Caputo e le voci sul Sassuolo: "Ho avuto contatti diretti, ho parlato con Palmieri e Berardi"
Ciccio Caputo torna al Sassuolo? Il centravanti, svincolatosi dopo l'esperienza all'Empoli, è in cerca di una nuova avventura ma spera ancora in una chiamata dalla Serie A. Intervistato da PianetaSerieB, il centravanti pugliese ha parlato del suo momento e ha ammesso di aver avuto contatti con il Sassuolo: "Come ho detto in altre circostanze, questa fase di distacco dalla quotidianità non rappresenta, per me, la normalità. Spero ancora nella Serie A, dopo tanti anni in questa categoria spero di continuare lì, ma nel caso in cui il mio futuro dovesse essere in cadetteria, prenderei in considerazione una proposta in cui essere protagonista. Non voglio vivacchiare né fare la comparsa, preferisco stare a casa invece che andare da qualche parte per il solo gusto di farlo”.
A detta di chi scrive, Messi è il sogno, Caputo è sia obiettivo che esempio. È a te che bisogna guardare per comprendere come affrontare le difficoltà del calcio. Sei d’accordo e, soprattutto, averti questo status?
“Sì, lo avverto, non posso negarlo, e me ne rendo conto soprattutto nei giovani tra i dieci e i diciotto anni, perché quando vado in giro tutti mi chiedono foto, autografi e mi dicono di essere un esempio per tutto quello che ho fatto. Penso, nel corso della mia carriera, di essere sempre stato me stesso, senza aver negoziato i miei principi. Chi mi conosce sa come sono fatto, nessuno mi ha mai regalato niente, vado avanti per la mia strada con umiltà, ripudiando ogni genere di compromesso”.
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Uno sguardo al futuro: sono quotidiani i rumors su di te, che hai già avuto modo di metterci la faccia e non sviare il discorso. Carnevali, alla domanda su Caputo, ha risposto “può essere”. Il ritorno a Sassuolo è, dunque, una possibilità?
“C’è stato un contatto diretto, ho parlato con il Direttore Sportivo Palmieri, che conosco benissimo. Mi sono sentito anche con Berardi, che mi ha chiamato per sapere quale fosse la situazione. Torniamo al discorso di prima: non ho bisogno di andare a strappare un contratto perché devo rubacchiare soldi, cerco una società, un allenatore e un ambiente che credano in me, perché sto bene fisicamente, anzi forse sto meglio ora che qualche anno fa, dunque voglio divertirmi ed essere protagonista. Se vado in B, devo vincere il campionato e sentirmi pienamente coinvolto nel progetto. Voglio giocare, altrimenti sto anche bene a casa: ho una famiglia stupenda, tre figli, posso stare dietro a loro (ride, ndr), non è un problema”.
Un’ultima domanda che diventa una curiosità: durante la tua esperienza in quel di Sassuolo, con Roberto De Zerbi in panchina, il vice era Davide Possanzini, oggi allenatore del Mantova. Puoi fornircene un ritratto?
“Con mister Possanzini c’è una grande stima reciproca, ci rispettiamo tanto. A fine campionato scorso ci siamo sentiti, gli ho fatti i complimenti perché ha vinto il campionato in maniera stratosferica, li ho seguiti, hanno giocato un calcio che in Serie C raramente si è visto. Conosco la sua idea di calcio, abbiamo lavorato insieme per due stagioni, i suoi principi si sposano con quelli di De Zerbi, sono convinto che anche in Serie B disputeranno un grandissimo campionato. Sono contento per lui, se lo merita, spero di ricontrarlo sui campi oppure in altre circostanze”.