Mulattieri: "Sassuolo favorito? Non deve essere un assillo. La retrocessione ha fatto male"
Non vuol sentir parlare di musica nelle interviste perché ormai glielo chiedono tutti e perché Samuele Mulattieri si sente solo e soltanto un calciatore. E ora il 'Mula' dovrà rimboccarsi le mani per suonarle alle 19 squadre che affronterà in Serie B. Il centravanti del Sassuolo ha parlato di questo e di tanto altro ai microfoni d Tuttosport. Prima domanda sulla retrocessione: come si dimentica? "Semplicemente non pensandoci più. Certo ci ha fatto male, ma che senso ha riparlarne? La Serie B non perdona se non ti sintonizzi subito su quello che ti chiede".
Qual è il segreto visto che lei e Grosso l’avete vinta solo due anni fa?
"Con noi c’erano anche Boloca e Turati e ora siamo tutti insieme qui a Sassuolo. Giocavamo un bel calcio, un 4-3-3 d’ampiezza sugli esterni, nel quale io mi sono trovato benissimo andando per la prima volta in carriera in doppia cifra. Quest’anno in tanti ci diranno che siamo forti, ci daranno l’etichetta di favoriti, ma è normale perché scendiamo dalla Serie A. Non deve diventare un peso o un assillo. Ci aspettano al varco, ma sappiamo qual è la nostra mentalità e la seguiremo".
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Grosso invece cosa le chiede?"Energia, entusiasmo, voglia di fare le cose al meglio. Mi piace giocare centravanti, svariare, non so se possiedo davvero le skills da numero 10, di sicuro tendo ad allargarmi, ad attaccare la profondità, ma mi piace anche venire incontro al pallone. Ogni anno cerco di mettere qualcosa di nuovo nel mio bagaglio, provo piacere anche nel fare assist".
Cosa stava facendo quando il suo allenatore segnava il rigore decisivo contro la Francia 18 anni fa?
"Non avevo ancora compiuto i 6 anni, ma ricordo che quel giorno mi svegliai con la febbre, non stavo bene. Rimasi comunque sveglio fino alla fine della partita e poi corsi in strada a festeggiare insieme agli altri. Scottavo, ma feci finta di nulla".
Rimpianti per non aver sfondato nell’Inter?
"Mi sono trovato benissimo e anche solo essermi allenato con la prima squadra è stato un privilegio, che mi ha fatto crescere tanto".
Pensa di poter ambire a vincere la classifica cannonieri di Serie B?
"Io non mi pongo traguardi, non sono così presuntuoso da dire quanti gol vorrei fare. Un passo alla volta. Umiltà e voglia di lavorare, il resto semmai viene da sé".
In Serie B anche quest’anno ci sono tanti attaccanti forti: Coda, Brunori, Borrelli, Pedro Mendes e altri ancora si piazzeranno a breve come Tutino, forse Lapadula. Lei si ispira a qualcuno?
"Coda è un’istituzione, con Borrelli ho giocato a Frosinone, ma non ne voglio indicare uno più di altri. Ce ne sono tanti e sono tutti forti".
In azzurro ha giocato nell’Under 18, 19 e 21. Quanto crede all’approdo in Nazionale maggiore in un momento nel quale si cercano disperatamente dei centravanti per il gruppo di Spalletti?
"Io sono prima di tutto un tifoso dell’Italia. Non mi perdo una partita. Sono certo che torneremo in alto. Chi non vorrebbe indossare un giorno quella maglia? Ma non sono nessuno per avanzare a parole la mia candidatura. Punto a fare il meglio quest’anno con il Sassuolo. Sarà una stagione molto stimolante. Da affrontare con umiltà e step by step".