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Candreva, l'amore di Salerno per scrivere un capitolo nuovo di una favola senza lieto fineTUTTO mercato WEB
© foto di Nicola Ianuale/TuttoSalernitana.com
Oggi alle 18:30News
di Gaetano Ferraiuolo
per Tuttosalernitana.com

Candreva, l'amore di Salerno per scrivere un capitolo nuovo di una favola senza lieto fine

E’ finita nel modo peggiore che ci si potesse immaginare. Con le scuse rispedite al mittente in malo modo, un chiarimento mancato, e un addio figlio forse anche di un’umana sofferenza reciproca dopo un anno sportivamente drammatico. A dieci mesi da quel Salernitana-Verona che oltre alla salvezza degli scaligeri sarà annoverato a queste latitudini per il congedo della Bersagliera della serie A, Antonio Candreva annuncia il ritiro dal calcio giocato.

Ha provato ancora ad allungarla la sua carriera Mast’ Tonino, come è stato ben presto affettuosamente ribattezzato in terra campana, ma i 38 anni che la carta d’identità recita, e un’estate da svincolato alla ricerca di un’offerta giusta per dar seguito a un viaggio definito da lui stesso sui social un sogno, hanno fatto maturare la decisione.

“Caro calcio, oggi è uno dei giorni più importanti della mia vita, è arrivato il momento di salutarti”, l’incipit della video lettera pubblicata da Candreva su Instagram, accompagnata dalle sue più iconiche esultanze con le diverse maglie indossate in carriera. L’ultima è quella della Salernitana, con indosso la quale il centrocampista romano ha saputo ritagliarsi un biennio da protagonista assoluto, macchiato senza dubbio dalla retrocessione in serie B della scorsa stagione, eppure condito da una serie di soddisfazioni personali e perle di rara bellezza che non sarà facile e scontato rivedere da queste parti. Specie a certi livelli.

Grazie alle 69 presenze in granata Candreva è riuscito infatti a entrare nella storia del calcio italiano, superando le 500 apparizioni in serie A e mostri sacri del calibro di Pirlo, Del Piero, Baggio, solo per dirne alcuni. Con l’ippocampo sul petto il suo 100esimo gol tra i professionisti, 14 in totale tra campionato e Coppa Italia. Molti dei quali indimenticabili. Il primo in assoluto, alla Juve di rapina, le perle nel “suo” Olimpico contro Lazio e Roma, una più bella dell’altra, tra le sue vittime anche Inter, Milan, Napoli (stupendo destro a giro al Maradona), senza dimenticare i colpi di classe e le giocate di un campione che oltre alle maglie delle big del calcio italiano ha vestito anche quella azzurra della Nazionale (partecipando a un Mondiale e un Europeo).

No, l’addio non è decisamente quello che doveva aver immaginato dopo oltre un ventennio a far su e giù su quella fascia, ma non per questo il finale deve necessariamente cancellare il percorso compiuto fino ad oggi. O meglio fino a quel Salernitana-Verona dello scorso maggio, quando il popolo dell’ippocampo doveva ancora del tutto metabolizzare una retrocessione dolorosa come una mazzata tremenda.

Sfogandosi con quello che con ogni probabilità era visto come l’uomo più rappresentativo, l’unico in ogni caso che si assunse l’onere di andare sotto la Curva Sud a scusarsi. Difficile che qualcuno non pensi, tra sé e sé in queste ore, ricordando le emozioni condivise insieme: “Pace fatta”.