Salernitana, analisi di una vittoria: bava alla bocca o indovinate modifiche tattiche?
La Salernitana è tornata alla vittoria all'Arechi dopo tre mesi esatti dall'ultimo hurrà contro la Sampdoria e Colantuono ha, al triplice fischio finale, alzato di nuovo le braccia al cielo dopo più di sei anni. Basterebbe ciò per archiviare l' ultima giornata di campionato cadetto come molto positiva per i granata, ma cosa vi è stato dietro questa bella prestazione e il ritorno ai tre punti casalinghi? Partendo dagli avversari va dato atto alla Carrarese di aver preparato la gara sulla base di un approccio aggressivo e coraggioso, cercando di andare a prendere alta la Salernitana e di attaccare portando cinque o sei uomini nella metà campo rivale. Un modo per provare a sfruttare eventuali timori ed impacci iniziali di una squadra più forte sulla carta ma che poteva patire la tensione del dover obbligatoriamente vincere.
Amatucci salvando sulla linea, a Sepe battuto, il colpo di testa di Sphendi ha rovinato i piani degli uomini di mister Calabro e di lì i granata hanno realmente iniziato a macinare gioco e conclusioni verso la porta difesa da Bleve. L'atteggiamento dei padroni di casa è stato positivo ed ha dimostrato quanto la Bersagliera volesse la vittoria, ma la famosa bava alla bocca si è vista in concomitanza con l'ingresso degli ultras in curva Sud, con un uno-due quasi mortifero per le speranze dei toscani di andare a punti all'Arechi con particolare gradimento per la rabbia di cercare subito il secondo goal traendo profitto dalle difficoltà psicologiche degli ospiti. Sempre sul piano emotivo è stato valido anche l'approccio nel secondo tempo del match, dove il cavalluccio marino non si è chiuso dietro ma ha inseguito, e trovato, la rete del 3-1 con Verde dagli undici metri.
Sul nuovo doppio vantaggio i granata hanno rifiatato abbassando troppo il proprio baricentro e concedendo occasioni alla Carrarese, prima di chiuderla con il quarto goal della serata trovato dal redivivo Simy. Apprezzabile sul piano delle intenzioni l' atteggiamento offensivo ospite ed il tentativo di fare la partita, ma ciò ha comportato ampi spazi in ripartenza per una Salernitana dotata di tanta qualità negli ultimi trenta metri. La posizione di Verde e di Soriano, accentrata e sulla trequarti offensiva campana, ha messo in crisi i dispositivi difensivi degli uomini di Calabro, trovandosi i due ad agire tra le linee, alle spalle della mediana e in grado di ricevere palla, girarsi e puntare la difesa della città dei marmi, senza contare i tanti duetti, in velocità e dall' alta cifra tecnica, tentati e riusciti tra atleti che danno del tu al pallone.
Altre due chiavi del successo dell'undici guidato da mister Colantuono sono stati l' ampio sfruttamento delle fasce laterali per attaccare gli avversari, soprattutto dell'out destro dove un pimpante Ghiglione arrivava spesso e volentieri sul fondo a crossare, e l'efficacia della coppia dei centrali di centrocampo granata, composta da Amatucci e Reine Adelaide, mediani capaci di essere complementari e di coniugare bene la costruzione di gioco, il palleggio e gli strappi palla al piede del francese, con la grinta, i muscoli e la sagacia tattica dell'italiano. Uomini decisivi sono per tanto risultati Amatucci, Verde e soprattutto Reine-Adelaide, centrocampista che ha un passo diverso dai compagni e dagli avversari e che disegna calcio con assist in verticale al bacio non sfruttati a dovere dallo stesso Verde e da Ghiglione. Il gruppo granata c'è e si apprezza in campo, ma, come dice lo stesso Colantuono, una rondine non fa primavera e si attendono ulteriori conferme da parte della Salernitana già a partire dalla prossima trasferta di Modena.