Cambia il manico, ma non il risultato. Storia di un disastro annunciato, adesso servono investimenti
Quarta sconfitta nelle ultime sei partite e terzultimo posto in classifica, in piena zona retrocessione. Questo il verdetto del weekend calcistico della Salernitana, che torna con le ossa rotte dal Mapei Stadium dove il Sassuolo ha dominato in lungo e in largo la partita chiudendo con netto 4-0. Granata surclassati e per buoni tratti della gara completamente in balia dell'avversario. Un "esordio" da dimenticare per mister Colantuono, che ha ereditato una situazione oltremodo complessa.
L'avvicendamento in panchina è stato un estremo tentativo di risollevare le sorti di una squadra in caduta libera, ma è parso fin subito evidente che il problema non era rappresentato - per lo meno non unicamente - dall'allenatore. Martusciello, pur non essendo esente da colpe ed errori, con alcune scelte cervellotiche e sostituzioni discutibili, ha dovuto lavorare col modesto materiale a disposizione, cercando di costruire un'identità di squadra. Il capitale tecnico presente in rosa non ha però permesso l'attuazione della sua idea di gioco, fatto di palleggio, ampiezza e veloci ribaltamenti di fronte. Adesso la patata bollente passa a Colantuono, ancora una volta costretto a subentrare a stagione in corso.
Per onestà intellettuale, però, non si possono chiedere miracoli al tecnico romano. La stagione, fin qui, sta assumendo pieghe davvero preoccupanti, ma si tratta di un disastro che viene da lontano e che è parso facilmente preventivabile dopo il mercato estivo. Il progressivo allontanamento di Iervolino dalla squadra e dal quadro dirigenziale è stato il sintomo di un distacco emotivo profondo rispetto alla causa granata, come dimostrano gli esigui mezzi economici messi a disposizione di Petrachi. Nessun tipo di scusante, comunque, per il direttore sportivo, che ha comunque allestito un organico che presenta lacune strutturali: evidente che a centrocampo manchi qualità ma anche ricambi all'altezza, così come in difesa, ma il reparto più in affanno è chiaramente l'attacco, dove la coperta è corta e manca un vero centravanti di spessore.
L'idea è che la Salernitana debba tamponare da qui al mercato di gennaio, con l'obbligo di non perdere troppo terreno dal treno salvezza, per poi sperare in un mercato di riparazione che possa incidere significativamente sulla competitività di un organico mal assortito.