
Inter-Roma 0-1 - Scacco Matto - Come Ranieri ha battuto Inzaghi
INTER-ROMA 0-1 - I giallorossi vincono finalmente un big match battono i nerazzurri grazie a un gol di Soulé nel primo tempo.
3-5-2 OFFENSIVO – Claudio Ranieri si presenta a San Siro con un 3-5-2, con Soulé esterno destro e Angeliño esterno sinistro, Koné davanti alla difesa ma, soprattutto, con l'accoppiata Dovbyk-Shomurodov in avanti.
La Roma approccia la partita in maniera più proattiva e aggressiva rispetto all'Inter e ha subito la meglio sulle seconde palle e nei duelli.
SOULÉ UOMO CHIAVE – La mossa di mettere l'argentino largo a destra funziona e l'Inter non riesce ad arginarlo. L'ex Juve, solo nel primo tempo, serve una buona palla a Koné, va in gol dopo aver avviato l'azione e dà il via all'azione che porta quasi al raddoppio da parte di Shomurodov.
INTER SFILACCIATA – Che i nerazzurri non stiano attraversando un gran momento lo si capisce dopo pochi minuti. Più precisamente, al 20' la Roma esce da una flebile pressione interista servendo Cristante, che si gira e non trova avversari pronti a marcarlo. La squadra di Inzaghi si era, infatti, allungata con alcuni giocatori andati in pressing e il resto della squadra era rimasta fermo. Barella si gira, vede Cristante che riceve palla da solo nella metà campo romanista e si arrabbia moltissimo. Si tratta, tra l'altro, dell'azione terminata con il passaggio di Soulé per Koné, la cui conclusione non esce di molto.
LE MARCATURE DI RANIERI E IL RUOLO DI KONÉ – Quando l'Inter imposta da dietro, Ranieri chiede alle due mezzali, Cristante e Pellegrini, di uscire sui braccetti nerazzurri (Ranieri ci perdonerà l'utilizzo della parola braccetti), mentre Shomurodov si muove tantissimo e deve tenere d'occhio Calhanoglu. Koné, invece, è letteralmente straripante nel primo tempo, calando nella ripresa a causa della stanchezza. Nel post gara, è stato definito una sorta di libero di centrocampo e, in effetti, è una defizione che calza a pennello. Koné, teoricamente, dovrebbe difendenre la zolla centrale davanti alla difesa ma spazia per tutto il centrocampo spuntando ovunque per rubare palloni e stoppare i nerazzurri. Nella prima frazione di gioco, si ha quasi la sensazione che regga da solo il centrocampo. Sarebbe ingiusto affermare una cosa del genere, ma ciò dà l'idea dell'impatto del giocatore sul match, chiudendo tutti i varchi centrali e stravincendo i duelli fisici.
L'ATTEGGIAMENTO NELLA RIPRESA – Forte di un gol di vantaggio, la Roma nella ripresa chiude gli spazi, abbassa un pochino il baricentro per soffocare ogni iniziativa nerazzurra, ma senza rinunciare ad attaccare. I giallorossi, infatti, ogni volta che possono cercano subito Dovbyk in contropiede o, al limite, l'inserimento di un altro giocatore capitolino, e l'Inter, protesa in avanti alla ricerca del pareggio, concede parecchi spazi: così la squadra di Inzaghi tiene di più il pallone ma la Roma punge in contropiede, continuando a sciupare qualche occasione.
LA MOSSA DUMFRIES – La mossa che, forse, mette più in difficoltà la Roma è quella di buttare nella mischia Dumfries, reduce da un infortunio e quindi non disponibile per tutti i 90 minuti.
L'olandese entra a mezz'ora dal termine e salta subito in testa ad Angelino, facendo capire che aria tira. Ranieri, allora, corre ai ripari e sposta Ndicka in marcatura sul terzino interista. I due iniziano un duello fisico senza esclusioni di colpi, con il centrale romanista che ne esce vittorioso, mostrando ancora una volta la sua crescita e la sua maturità, concedendo poco o nulla al rivale interista.
La Roma arriva così al 90' subendo un pochino, ma neanche troppo, soprattutto considerando la caratura degli avversari. Aumentano, forse, i rimpianti per una stagione che sarebbe potuta essere molto diversa







