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L'esempio di come rovinarsi la vita con le proprie mani. La qualificazione è ampiamente alla portata
All'Estadio do Dragao di Porto va in scena una partita emblematica della Roma. I giallorossi affrontano una squadra ampiamente alla sua portata, che viene da difficoltà pari a quelle degli uomini di Ranieri, in uno stadio quasi vuoto, segno di come anche i loro tifosi siano delusi. Ci sono tutte le premesse per far bene, magari ipotecare la qualificazione visto che all'Olimpico la Roma è una schiacciasassi. Il campo conferma le sensazioni e la Roma, nonostante lo stato di forma dei suoi calciatori, in un certo senso gestisce la gara, tanto da segnare all'ultima azione del primo tempo con Celik.
Cosa sia successo negli spogliatoi è da spiegare, visto che pronti-via il Porto va vicino al gol, ma fosse questo il problema. Il problema è che sia la Roma a fare harakiri e passare, "così de' botto, senza senso", dal possibile 0-2 a 1-1. Descriviamo meglio, per far capire: angolo per la Roma, spizzata di Cristante e la coppia Mancini-Pisilli che viene anticipata nel più facile dei tap-in, contropiede e gol. Non basta, perché il tafazzismo è sempre preponderante e il numero 4 rimedia il secondo giallo in pochi minuti, lasciando i suoi in 10.
Un qualcosa difficile da spiegare. In più bisogna aggiungere come Dybala si sia infortunato e Saelemaekers sarà squalificato per la gara di ritorno. Paradossalmente, alla fine il pareggio è un buon risultato, visto che (a questo punto non si sa mai), giovedì prossimo la qualificazione non dovrebbe essere in dubbio. Quello che preoccupa, al di là della gestione della gara, è la condizione dei giocatori. Le gare contro il Milan e il Venezia lo avevano già certificato, ma tra chi ancora è in cerca di se stesso e chi è evidentemente stanco, la situazione non sembra delle migliori. Tra le note positive, la bella prestazione di Baldanzi.
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