Milan-Roma 3-1 - Top & Flop
TOP
GERARCHIE - Ranieri si presenta a Milano con Shomurodov titolare e Dovbyk in panchina. Mossa strana, che viene ampiamente bocciata sia dalla prestazione dell'uzbeko, sia dal fatto che alla prima palla utile, l'ucraino la butta dentro, facendo capire che, nonostante tutto, le gerarchie andrebbero rispettate.
UNO DEI POCHI - A salvarsi dal nulla è come al solito Angelino. Fa quel che può in difesa (sul primo gol di Abraham può poco dal punto di vista fisico), in avanti dal suo piede mancino partono tutte le occasioni pericolose della Roma: il colpo di testa di Pisilli e il gol di Dovbyk.
AMARA CONSOLAZIONE - A cercare il lato positivo è che la valutazione di Abraham, dopo la doppietta, si sarà alzata. Da ricordare come l'inglese (fischiato dai tifosi romanisti al momento dell'uscita) è ancora di proprietà giallorossa.
FLOP
A LEZIONE DI FUORIGIOCO - Due gol dei tre presi arrivano da letture errate sul fuorigioco. Una volta è Celik a tenere Abraham, l'altra volta è Rensch a tenere in gioco Joao-Felix.
CONFUSIONE TATTICA - Ranieri inizia col solito modulo e dopo il primo gol subito passa alla difesa a 4. Ne lascia 3 negli spogliatoi all'intervallo, ma non cambia assolutamente nulla.
QUANDO I BIG STENTANO - Diventa tutto più difficile e nella Roma non ce n'è uno in serata di grazia: Hummels gioca una delle sue partite peggiori, Koné fa tanta confusione in mezzo al campo, Dybala non incide e Paredes dura appena 45'.
LA DIFFERENZA TRA - Shomurodov e Abraham hanno, più o meno, la stessa identica occasione. L'inglese segna (ed era scontato contro la Roma), il romanista la passa a Maignan.
SOLITA FESTA PER GLI ALTRI - Il Milan va in semifinale e festeggia sfoggiando i calciatori acquistati in questo mercato di gennaio. La Roma viene eliminata, manifestando tutti quei problemi che il mercato non ha colmato.