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28 ottobre 1979, derby con delitto. Un razzo uccide Vincenzo Paparelli, tifoso della LazioTUTTO mercato WEB
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di Andrea Losapio

28 ottobre 1979, derby con delitto. Un razzo uccide Vincenzo Paparelli, tifoso della Lazio

Il 28 ottobre del 1979, allo stadio Olimpico di Roma si gioca il derby capitolino. Dovrebbe essere una stracittadina come tante altre, anche se in quegli anni le tifoserie - ma non solo - erano particolarmente scalmanate. Prima del fischio d'inizio, dalla Curva Sud romanista parte un razzo che finisce nel settore della Lazio, colpendo in pieno viso Vincenzo Paparelli, meccanico i 33 anni e con due figli, che si trovava nell'impianto con la moglie. C'è spazio per la corsa in ospedale ma non per rianimare il tifoso biancoceleste che morirà poco dopo.

Per la morte di Paparelli viene arrestato Giovanni Fiorillo, diciotto anni. Verrà condannato otto anni dopo in Cassazione a sei anni di reclusione per reclusioni per omicidio preterintenzionale. Lui il 24 marzo del 1993, a 33 anni.


Prima della partita erano state effettuate perquisizioni per un arsenale impressionante. Paparelli era andato allo stadio con la tessera del fratello con il quale portava avanti un'officina del quartiere di Primavalle. L'episodio capita quando nella curva biancoceleste esce questo striscione: "Rocca bavoso, i morti non resuscitano", con i romanisti che rispondevano con una bordata di fischi. Queste le parole del capo della polizia Marinelli poche ore dopo l'accaduto. "Non sappiamo con esattezza quale tipo di arma abbia usato il teppista che ha sparato - ha aggiunto il funzionario - riteniamo che debba trattarsi di un lanciarazzi dotato di una carica di notevole potenza".