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Roma, evasione e plusvalenze. La Finanzia accusa, Chinè potrebbe dover valutare la situazione
Roma nel mirino della Guardia di Finanza, secondo quanto scritto ieri dal quotidiano La Repubblica: la Finanza ha esaminato i bilanci del club dal 2016 al 2021 concludendo che la società ha commesso una 'dichiarazione infedele'. Al club di proprietà dei Friedkin vengono contestate due diverse operazioni contabili: la prima sono le permute mascherate da compravendite, la seconda sono le svalutazioni eccessive di alcuni giocatori.
Sotto osservazione della Guardia di Finanza operazioni come lo scambio Luca Pellegrini-Leonardo Spinazzola, già nel mirino della Procura di Roma, ma anche la svalutazione di giocatori come Diawara, Pedro, Pastore, Nzonzi, Dzeko, Perotti, Leandro Castan e H’maidat. Secondo gli investigatori queste manovre hanno prodotto maggiori costi non deducibili per la Roma di circa 80 milioni di euro e su questo tesoretto, quando tornerà col bilancio in attivo, la società dovrà versare 19 milioni di euro di Ires. Ciò che è in discussione sono le sanzioni amministrative collegate all’Ires, che potrebbero variare tra il 90% e il 180% dell’imposta dovuta: quindi una cifra tra i 17 e i 34 milioni di euro. Il club - scrive il quotidiano - ritiene di avere argomenti solidi per dimostrare la regolarità delle operazioni contestate. La partita ora è nelle mani dell’Agenzia delle Entrate, che potrebbe confermare le conclusioni della Guardia di Finanza e richiedere il pagamento delle sanzioni o avviare ulteriori verifiche.
E le carte della Procura di Roma e quella della GdF potrebbero finire in un fascicolo della Procura federale, sottolinea oggi Tuttosport: Chiné (che due anni fa fu severissimo con la Juve) potrebbe dover valutare la situazione giallorossa. Alla Juve la stessa contestazione sulle plusvalenze costò 10 punti in classifica.
Sotto osservazione della Guardia di Finanza operazioni come lo scambio Luca Pellegrini-Leonardo Spinazzola, già nel mirino della Procura di Roma, ma anche la svalutazione di giocatori come Diawara, Pedro, Pastore, Nzonzi, Dzeko, Perotti, Leandro Castan e H’maidat. Secondo gli investigatori queste manovre hanno prodotto maggiori costi non deducibili per la Roma di circa 80 milioni di euro e su questo tesoretto, quando tornerà col bilancio in attivo, la società dovrà versare 19 milioni di euro di Ires. Ciò che è in discussione sono le sanzioni amministrative collegate all’Ires, che potrebbero variare tra il 90% e il 180% dell’imposta dovuta: quindi una cifra tra i 17 e i 34 milioni di euro. Il club - scrive il quotidiano - ritiene di avere argomenti solidi per dimostrare la regolarità delle operazioni contestate. La partita ora è nelle mani dell’Agenzia delle Entrate, che potrebbe confermare le conclusioni della Guardia di Finanza e richiedere il pagamento delle sanzioni o avviare ulteriori verifiche.
E le carte della Procura di Roma e quella della GdF potrebbero finire in un fascicolo della Procura federale, sottolinea oggi Tuttosport: Chiné (che due anni fa fu severissimo con la Juve) potrebbe dover valutare la situazione giallorossa. Alla Juve la stessa contestazione sulle plusvalenze costò 10 punti in classifica.
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