
Pordenone Fc: serata conviviale al De Marchi con il Panathlon Club Pordenone.
Sport, crescita e territorio. E' questo il tema della serata conviviale che si è svolta al centro sportivo Bruno De Marchi con i padroni di casa del Pordenone Fc che hanno ospitato il Panathlon Club Pordenone. E' stata una bella occasione per presentare e condividere con la folta sportiva platea il progetto sportivo del club calcistico cittadino, sociale ed educativo, con al centro il Settore giovanile, la crescita e lo sviluppo personale dei ragazzi e delle ragazze.
Oltre al presidente Gian Paolo Zanotel e la dirigenza neroverde sono intervenuti la presidente del Panathlon Club Pordenone Elisabetta Villa e l’assessore allo Sport del Comune di Pordenone Walter De Bortoli. Il numero 1 neroverde, affiancato dai suoi soci e da una rappresentanza dello staff tecnico e organizzativo, ha illustrato la nuova società costutuita lo scorso maggio e che tanto bene sta facendo a partire dalla Prima Squadra che domina nel campionato di Promozione. L'intenzione del club è di riportare il Pordenone nelle categorie più prestigiose, in linea con il suo glorioso passato centenario che ha visto il neroverde anche sui campi della serie B, mettendo al centro i giovani del territorio. Zaniotel ha spiegato che bisogna fare un passo alla volta però. La squadra, intanto - come detto - è prima nel campionato di Promozione. E già questo è un fatto! Numeri da record arrivano anche dalla cantera neroverde affidata al collaudato vecchio capitano Mirko Stefani, ovvero il Pordenone del futuro: 20 squadre tra settore giovanile e femminile e ben 300 tesserati. Un progetto che mira quindi sulla crescita dei giovani,con la volontà di valorizzare i talenti locali ma soprattutto i progetti sociali, facendo integrazione con il territorio.
La serata è stata anche l’occasione per approfondire le iniziative del Panathlon International, tra cui la PNTHLON, una staffetta solidale che ogni anno raccoglie fondi per la ricerca contro la distrofia muscolare di Duchenne. Un evento che dimostra come lo sport possa essere un potente motore di inclusione sociale, capace di unire atleti, famiglie e comunità sotto un’unica bandiera: quella della solidarietà e della passione sportiva, in questo caso neroverde.







