
Michele Giorgi e quell'empatia necessaria nel rendere efficece la fisioterapia
Ai tempi c’era il massaggiatore oggi, nel calcio e nell’insieme di tutte le discipline regnano la fisioterapia con il fisioterapista in grado di prevenire oltre che curare i problemi motori degli atleti. Il massaggiatore, solitamente, era persona in prestito allo sport dal lavoro medicale. La qualifica di fisioterapista si ottiene, invece, con un corso di Laurea. Michele Giorgi, adesso all’Orvietana Calcio ma apprezzato nell’ambito dello sport in generale anche oltre i confini cittadini , decise di intraprendere il percorso non riuscendo a risalire alle cause che lo impedivano nella pratica dell’atletica leggera sua grande passione. Dopo la maturità scientifica al Majorana s’iscrive all’Università. Conseguita la Laurea frequenta un master a Pisa prima di trasferirsi al nord per fare esperienze in strutture importanti nell’orbita di grandi club (Juve e Milan). La passione inizia a cambiar pelle trasformandosi in professione di cui non nasconde essere orgoglioso. A Orvieto, Flavio Zambelli sta portando in alto la pallavolo femminile. Michele è nello staff del quale fa parte Enrico (Zenga) Broccatelli nel ruolo di team manager. Il quale, intravede subito le grosse qualità del fisio. Per certezza gli affida un paio di ragazzi della squadra giovanile dell’Orvietana che allena a mo’, forse, di test per poi proporlo alla Soc. biancorossa. Il giovanotto, nato a Castiglione in Teverina, manifesta, ancora oggi, tutta la gratitudine verso il “secondo” di Rizzolo. Il rapporto con il club biancorosso a mano a mano si consolida. Il suo fare, che si avvale della collaborazione di Salvatore De Bellis e Ludovico Montegiove, diventa uno dei punti fermi nella gestione di Rizzolo: “ Avevamo provato qualcosa di simile con Gianfranco Ciccone ma non era mai capitato un allenatore che mettesse i giocatori a mia disposizione per i primi tre giorni della preparazione. Lo considero un momento importante, ringrazierò sempre Antonio per la fiducia – racconta. Il tempo, infatti, è elemento importantissimo per l’anamnesi dei singoli dalla quale raccogliere le informazioni atte a prevenire possibili ricadute e/o guarigioni non perfette. Oggi, nel nostro lavoro abbiamo il supporto della tecnologia fermo restando quello delle mani. Ancora più importante, però, è il riuscire a incidere sulla testa del paziente, con il quale non si può prescindere da una perfetta sintonia.
Bisogna, quindi, conoscerne il regresso, altrettanto i modi personali di gestire gli effetti traumatici oltre a stsbilire stabilire con lui un buon rapporto empatico. La sintesi di tutto ciò serve a individuare un percorso di cura personalizzato.” Mentre parliamo uno dei giocatori, finito a terra, zoppica. Per un attimo è come venisse meno la sua presenza. Sta, magari, pensando alla storia medica del ragazzo in questione. Nulla di grave. Torna tranquillo. Le sue giornate sono zeppe di impegni (collabora anche con il Centro Body Team) ma, almeno all’apparenza, riesce a gestire ogni evento con assoluta serenità. Dicono che il suo ok dopo un infortunio sia a prova di recidiva: “Per la verità, quest’anno la media per infortuni , sia traumatici (distorsioni / contusioni / fratture / lesioni muscolari, ecc.) sia da Overuse/Fatica (sindrome dolorosa dell’apparato muscolo-scheletrico senza traumi) è abbastanza soddisfacente”. Ivan Savshak e Alessandro Orchi sono i due lungodegenti dopo infortuni importanti. Michele li ha presi in carico entrambi e conta di riportarli ai loro livelli. Ivan, dal suo arrivo, ha compiuto progressi da gigante. Il ragazzo ucraino/irlandese ha voglia di recuperare. Non fa un passo senza il beneplacito del suo fisio. Alessandro ha chiesto a lui consigli per la scelta del chirurgo ortopedico. Michele ha anche assistito all’intervento. Prima di loro c’era stato Filippo Di Natale che adesso gioca e segna nel girone D della quarta serie. “Poter condividere con loro l’entusiasmo per il ritorno in campo sarebbe addirittura riduttivo. Toccare con mano il risultato di mesi di lavoro e leggere la gioia negli occhi dei giocatori è il meglio che si può avere da questo mestiere”.







