La Superlega torna alla carica: nuova proposta in arrivo. E le italiane potrebbero essere 10

La Superlega è pronta a tornare alla carica e nelle scorse ore A22 Sports Management ha annunciato la presentazione di una proposta a UEFA e FIFA per ottenere il riconoscimento ufficiale delle sue nuove competizioni calcistiche europee. Dopo la sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea che ha messo al centro il sistema meritocratico come condizione necessaria e ha aperto alla possibilità di poter cambiare le coppe europee il nuovo capitolo è pronto a essere aperto.

Ma come funzionerebbe la nuova Superlega, per meglio dire Unify League? Quattro i tornei previsti, con al vertice la Union League. Saranno 96 le squadre partecipanti ai quattro livelli della competizione, così suddivise:

- STAR LEAGUE, 16 squadre (2 gruppi da 8)
- GOLD LEAGUE, 16 squadre (2 gruppi da 8)
- BLUE LEAGUE, 32 squadre (4 gruppi da 8)
- UNION LEAGUE, 32 squadre (4 gruppi da 8)

Per qualificarsi, ogni club delle 55 Federazioni calcistiche iscritte alla UEFA, dovranno farlo tramite tre possibili percorsi diversi: o vincendo un torneo della Unify League nella stagione antecedente, o qualificandosi direttamente tramite il posizionamento in campionato, oppure accedervi tramite i playoff previsti. Quante piazze avrà a disposizione ciascun paese, invece, lo si saprà tramite un coefficiente di competizione europea, un Ranking per Paesi. E l'Italia? Nel caso in cui venissero confermati gli attuali criteri di selezione e il ranking corrente, avrebbe diritto a un minimo di 8 fino a un massimo di 10 squadre (il numero dipende dalla qualificazione delle due che disputerebbero i playoff).

Le parole di Reichart.
Bernd Reichart, CEO di A22, ha dichiarato: “A22 è concentrata nell'assicurare la crescita sostenibile e lo sviluppo del calcio. Il nostro ampio coinvolgimento con i principali stakeholder ha fatto emergere una serie di sfide urgenti che il calcio deve affrontare, tra cui costi di abbonamento in aumento per i tifosi, un calendario sovraccarico per i giocatori, investimenti insufficienti nel calcio femminile e insoddisfazione per il formato e la governance delle attuali competizioni paneuropee. La nostra proposta è concepita per affrontare direttamente queste sfide”.