Viaggio nel mondo di Luciano Spalletti: "Così sto progettando un'Italia vincente"

Entrare nella tenuta di Spalletti vuol dire ripercorrere la sua storia. Entrare nel suo mondo. Ci sono i suoi successi, le sue passioni. C'è la maniacalità di un uomo che non vuole lasciar per strada nemmeno un ricordo. Di fianco a una libreria piena di giornali di tutti i tempi il commissario tecnico ha una tavola rotonda ed è lì che a volte riorganizza i suoi pensieri. "Anche se le convocazioni non le faccio io, le decidono i giocatori. A volte potrebbe bastare una votazione..." Montaione è al centro della Toscana: provincia di Firenze ma al confine con quella di Pisa. Livorno non è distante: si vede anche il mare che dista una settantina di chilometri.

Nella tenuta 'La Rimessa' Spalletti ha provato a intrappolare tutto il suo mondo. A immortalarlo con giornali, maglie, vini, collezioni e soprattutto 50 ettari di terra che esprimono quelle radici contadine a cui Spalletti resta ben aggrappato anche quando la gente fuori da quella tenuta ti ricorda chi sei. Che hai grandi responsabilità. Forse proprio per questo Spalletti è spesso lì: un mondo in cui il lavoro e la fatica sono l'unico modo per portare a casa la giornata. Non c'è altra strada. "Noi siamo all'inizio, alla partenza, ma la vittoria è un punto d'arrivo, non di partenza. La vittoria è sempre la somma di ciò che ti è successo durante un percorso". Il pensiero fisso è il Mondiale, ma prima bisogna qualificarsi e superare il girone. Prima ancora c'è la doppia sfida contro la Germania che delineerà il nostro cammino.

Nella sua tenuta a circa 430 metri d'altezza Spalletti convive con mucche scozzesi e pavoni. Alpaca, ciuchi, struzzi e cavalli. E mentre porta avanti la rimessa in prima persona riordina le idee per una Nazionale che sarà simile a quella vista in autunno ma non così uguale. Ci sarà spazio per 1-2 convocati in più per preparare le sfide con la Germania, ci sarà spazio per un paio di esterni offensivi come Politano e Zaccagni che potranno rendere più offensivo e imprevedibile il suo 3-5-2 quando sarà necessario. "Per fare calcio offensivo le due piazzole degli esterni determinano, fanno la differenza. Per cui si può pensare anziché avere uno che va per il cross, inserire uno alla Politano che si butta anche dentro".

La sua è una nuova Nazionale che non ha il giocatore offensivo capace di risolvere da solo le partite. Spalletti dice che i fuoriclasse sono anche altrove, cita Calafiori Cambiaso e Barella. Anche se quanto lo vorrebbe un 10 così: la sua ammirazione per i giocatori illuminati è assoluta. Lo vedi nella splendida collezione di magliette posta di fianco alla cantina: 11 sono di Francesco Totti. Lo vedi nel continuo omaggio a Diego Armando Maradona. C'è tanto del suo Napoli a Montaione, c'è tanto del fratello Marcello. C'è tutto il mondo del commissario tecnico della Nazionale.

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