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Simic racconta la chiamata del Milan: "Maldini telefonò a mio padre, io ero incredulo"
Jan-Carlo Simic, ex difensore del Milan, trasferitosi all'Anderlecht nell'ultima sessione di mercato, in una lunga intervista rilasciata a La Gazzetta dello Sport ha raccontato anche della chiamata del Milan nell'estate del 2022: "Avevo 17 anni, ero a Stoccarda, squillò il telefono. Mio padre mi guardò in modo strano. Gli chiesi chi fosse, e lui rispose che dall’altra parte c’era... il Milan. Era Paolo Maldini. Ero incredulo. Maldini, capisce? Sono cresciuto con i suoi video e con le sue giocate. Ho ancora la pelle d’oca".
In estate, però, Simic ha detto addio al Diavolo e si è trasferito in Belgio: "Lasciare il Milan non è stato facile, non lo nego. La prima volta che ho messo piede a Milanello avevo 17 anni. Quando Maldini mi ha chiamato non volevo crederci. È stato un sogno, un’emozione. Immagina un adolescente che si ritrova al telefono con una leggenda, sopra una cyclette. Ma non ho nessun rimpianto per aver detto addio. Qui c’è un progetto per me”.
L'Anderlecht non era l'unica squadra a volere Simic.
“A gennaio 2024, tra Serie A e campionati esteri, mi hanno cercato dozzine di club. E in estate idem. Non faccio nomi - prosegue l'ex rossonero - ma erano tutte importanti. Quando ho visto il progetto dell’Anderlecht, però, non ho avuto dubbi. Io qui gioco tutte le partite e sono uno dei titolari di una squadra giovane. Tutto è pensato per diventare ancora più forte. Lasciare il Milan non è stato facile, non lo nego. La prima volta che ho messo piede a Milanello avevo 17 anni. Quando Maldini mi ha chiamato non volevo crederci. È stato un sogno, un’emozione. Immagina un adolescente che si ritrova al telefono con una leggenda, sopra una cyclette. Ma non ho nessun rimpianto per aver detto addio. Qui c’è un progetto per me”.
In estate, però, Simic ha detto addio al Diavolo e si è trasferito in Belgio: "Lasciare il Milan non è stato facile, non lo nego. La prima volta che ho messo piede a Milanello avevo 17 anni. Quando Maldini mi ha chiamato non volevo crederci. È stato un sogno, un’emozione. Immagina un adolescente che si ritrova al telefono con una leggenda, sopra una cyclette. Ma non ho nessun rimpianto per aver detto addio. Qui c’è un progetto per me”.
L'Anderlecht non era l'unica squadra a volere Simic.
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