
Ancelotti racconta com'è cambiato il modo di allenarsi con Sacchi
Carlo Ancelotti, ospite de LARMANDILLO di Armando Ceroni su RSI, ripercorre la sua carriera rossonera tra campo e panchina, ma non solo. Queste le sue dichiarazioni:
Sull’arrivo al Milan da giocatore, voluto da Sacchi e non tanto da Berlusconi: “Avevo avuto due infortuni che mi avevano tenuto fuori due anni. C’era qualche dubbio a livello fisico. Sacchi ha spinto forte e sono andato al Milan. L’arrivo di Sacchi ha cambiato la metodologia e la filosofia del gioco in Italia: è stato un grande innovatore. Abbiamo fatto un po’ fatica all’inizio ma dopo dicembre la squadra volava, avevamo proprio piacere di scendere in campo. Era un altro calcio, era un modo diverso di allenare: prima di lui c’era il riscaldamento, 25 minuti di partita e i tiri in porta; con lui ci sono i possessi, la tattica difensiva, combinazioni offensive, lavori di forza, aerobici. Dopo la prima preparazione di un mese con Sacchi mia madre non mi ha riconosciuto: ero dimagrito talmente tanto che mia mamma ha avuto difficoltà a riconoscermi e dopo mi ha dato una mano con la sua cucina”.
Sacchi com’era con te? “Era un allenatore esigente con tutti. Ha avuto grandi scontri con van Basten a livello tattico. Però si discuteva, non si arrabbiava. Amava parlare di quello. Era esigente, chiedeva molta concentrazione”.







