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tmw / milan / Primo Piano
Con Tare si torna al direttore sportivo tradizionale. Ma anche della globalizzazioneTUTTO mercato WEB
© foto di FEDERICO SERRA
ieri alle 20:00Primo Piano
di Gaetano Mocciaro
per Milannews.it

Con Tare si torna al direttore sportivo tradizionale. Ma anche della globalizzazione

Con Igli Tare verso il Milan, il club si affiderà a un direttore sportivo tradizionale. Parola scelta non a caso poiché pronunciata dall'amministratore delegato Giorgio Furlani. Il che di fatto è una sorta di inversione a U rispetto alle scelte fatte negli ultimi due anni nonché un'ammissione di colpa, risultati alla mano. La sensazione è che si sia sottovalutato il ruolo del direttore sportivo, che non è solo colui che imbastisce le trattative di mercato. Bensì una figura abile nella gestione dell'allenatore e dei giocatori. 

IL CASTING
Da qui il casting con nomi che pur con caratteristiche diverse sposavano lo status di "direttore sportivo tradizionale". Paratici lo era di sicuro, così come D'Amico. E lo è Igli Tare, vicino ad essere il prescelto. Lo dimostra il lavoro fatto alla Lazio in una struttura societaria che rispetto a quella del Milan è molto più asciutta e che comprendeva di fatto lui e il presidente Lotito.

LA FUNZIONE PEDAGOGICA DEL DIRETTORE SPORTIVO
Il direttore sportivo deve avere una funzione pedagogica, come ha dichiarato ai nostri microfoni un grande direttore sportivo come Walter Sabatini. Gestisce l'ambiente, gli umori, le debolezze del gruppo. Si rapporta con l'allenatore. Risolve i problemi, dal magazziniere alla segretaria. È una figura a 360° che evidentemente non è stata fin qui compresa fino in fondo dagli americani o nel mondo dei fondi. Zlatan Ibrahimovic e Geoffrey Moncada non sono direttori sportivi, hanno provato a ricoprire il ruolo ma senza successo. 

AMANTE DEL MILAN DI SACCHI, DIRETTORE SPORTIVO DELLA GLOBALIZZAZIONE
Chi ha visto Tare operare da vicino assicura che sia un direttore a tutto tondo e non solo un uomo-mercato. Un dirigente che si occupa della  squadra 24 ore al giorno. Che ha contatti in tutto il mondo, che conserva buoni rapporti con dirigenti e agenti. Un direttore poliglotta, che parla sei lingue. Il perfetto direttore sportivo della globalizzazione. E, dettaglio non trascurabile: Tare è cresciuto ammirando il Milan di Arrigo Sacchi e si può di fatto considerare milanista anche lui.