
Bocchio su Tuttosport: "Milan, stavolta a chi verrà data la colpa?"
Sandro Bocchio, sulle pagine di Tuttosport, ha commentato così la situazione al Milan: "Due anni fa la colpa era stata di Paolo Maldini e, per estensione, di Frederic Massara: licenziati. La scorsa stagione era stata di Stefano Pioli: risoluzione consensuale. Prima gli uomini mercato, quindi l’allenatore dello scudetto numero 19. Seguendo la logica di un club di calcio, quest’anno il Milan dovrebbe guardare all’interno della dirigenza per individuare la persona (o le persone) da trasformare nel Benjamin Malaussène pallonaro, il personaggio di Daniel Pennac che, di professione, fa il capro espiatorio. Solo che qui non c’è nulla da espiare, bensì responsabilità da individuare. E giudicare. Perché qualcuno avrà deciso per Paulo Fonseca come tecnico. Perché qualcuno avrà scelto Sergio Conceiçao come successore, dopo aver congedato il primo portoghese in una delle notti più surreali vissute dal club rossonero. Quel qualcuno è all’interno della società con una carica o lo è come punto di riferimento della proprietà, intesa come RedBird. Inutile fare nomi o puntare dita: il fallimento della stagione milanista è figlio di una realtà dirigenziale con troppi voci non univoche, per nulla polifoniche. Una realtà che ha costruito in estate una squadra per un allenatore, che a gennaio l’ha rifatta per un altro allenatore e che oggi ha visto il Milan ben presto tagliato fuori dalla lotta scudetto, quindi eliminato in Champions da una avversaria tutt’altro che irresistibile e, da domenica sera, lontanissimo da una qualificazione alla prossima, quindi con tanti soldi in meno.
I tifosi contestano da tempo Gerry Cardinale, ma non sembra la via da percorrere. Perché, bene o male, giocatori di livello sono arrivati e la squadra è più forte della classifica. Serve piuttosto una chiara catena di comando, di cui i risultati positivi sono spesso logica conseguenza. E, mentre il Milan si arrovella sul nome da scegliere, l’Arsenal ieri ha presentato Andrea Berta come nuovo ds. Dai particolari non si giudicano solo i giocatori, ma anche i dirigenti".







