Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroFormazioniCalendariScommessePronostici
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliaricomoempolifiorentinagenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilanmonzanapoliparmaromatorinoudinesevenezia
Canali altre squadre ascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenafrosinonelatinalivornonocerinapalermoperugiapescarapordenonepotenzaregginasalernitanasampdoriasassuoloternanaturris
Altri canali euro 2024serie bserie cchampions leaguefantacalcionazionalipodcaststatistichestazione di sosta
tmw / milan / Editoriale
Gabbia capitano è una buona idea. L’autogol su Theo Hernandez. Chi tifa Fonseca teme un altro JuricTUTTO mercato WEB
giovedì 10 ottobre 2024, 00:00Editoriale
di Franco Ordine
per Milannews.it

Gabbia capitano è una buona idea. L’autogol su Theo Hernandez. Chi tifa Fonseca teme un altro Juric

Sono passate molte ore dalla notte di Firenze chiusa con “l’incazzatura” di Fonseca per i rigori calciati da Theo e Abraham invece che da Pulisic e non c’è stata alcuna presa di posizione ufficiale del club sulla materia incandescente che è diventata ora il Milan. Per la squalifica di Theo, con multa scattata in modo automatico, forse un indiretto messaggio è contenuto nella decisione, scontata peraltro, di non produrre ricorso. Per il capitano è doppiamente grave quel comportamento e forse l’idea -circolata sui social- di promuovere a tale mansione Matteo Gabbia non è da scartare. Il giovanotto, milanista doc, è tornato dall’esperienza breve in Spagna molto maturato oltre che migliorato come calciatore così da riuscire a guidare lui la difesa e da entrare nella lista dei convocati da Spalletti. In pubblico non sbaglia una sola intervista mostrando anche di saper gestire i momenti critici dei suoi sodali. La trovata di Fonseca (più capitani a seconda dei turni di campionati) non mi pare funzioni!

Sempre sul conto di Theo c’è poi stato un altro duello tra i media riferito alla vicenda contrattuale. La Gazzetta dello Sport, a firma di Andrea Ramazzotti, ha dato conto di una trattativa frenata dalla richiesta (8 milioni, ndr) eccessiva del suo agente; altri rumors hanno riportato invece la smentita dello staff (“nessun incontro sul tema”); Telelombardia ha dato voce all’agente il quale ha fissato alcuni punti fondamentali (“da maggio-giugno mai più parlato con il club; Theo felicissimo di stare a Milano e di restare; cosa succederà se tra un anno non si rinnova? Non lo so”); la nota informale del club ha corretto il tiro facendo sapere che “i contatti mai interrotti sono da intendersi con i calciatori” escludendo quindi il contatto con l’agente, che è deputato a questa trattativa. La conclusione, amarissima, è una soltanto: chi ha fatto uscire la richiesta degli 8 milioni ha commesso un errore sesquipedale perché ha scoperchiato una pentola dalla quale può venire fuori solo acqua bollente. E con l’acqua bollente i “bambini” si possono fare molto male!

Vale invece la pena segnalare come la gestione attuale della comunicazione di casa Milan -zero interventi pubblici- contribuisca a propagandare l’immagine di un club senza una guida autorevole incoraggiando così l’onda dei “tupamaros” delusi che sui social hanno ormai imbastito una guerriglia quotidiana per prendere a martellate l’attuale gestione societaria. Non solo. E quando compie qualche intervento a fari spenti lo fa peggiorando la situazione!

Che il Milan ultima versione abbia collezionato un bel numero di gravi errori è indiscutibile. In materia di mercato per esempio: la cessione di Kalulu (peccato mortale) risolvendo un problema alla Juve, quella di Adli con un centrocampo poi ridotto all’osso dall’infortunio di Bennacer, la mancanza di un sostituto di Hernandez (Jimenez investito da Ibra ma poi infortunato, Bartesaghi impegnato con Milan futuro), Daniel Maldini regalato al Monza sono soltanto alcuni argomenti utilizzati da chi però ha il difetto di dimenticare gli stessi errori commessi in passato per esempio dalla gestione che portò a Milanello Mandzukic, Castillejo, Dest, Origi etc e l’elenco potrebbe continuare a lungo. La madre di tutti gli errori però resta sempre la scelta dell’allenatore Fonseca il cui ingresso a Milanello è stato scandito da un generale scetticismo. Quel clima non è rimasto fuori dai cancelli, è entrato nel recinto rossonero fino a contagiare il gruppo squadra senza che la presenza fisica di Ibra e Moncada riuscisse in qualche modo a sconfiggerlo. Fonseca non è in discussione attualmente (ma non lo difenderanno a tutti i costi, è bene capirlo; ndr) come invece fecero ai tempi Boban e Maldini con Giampaolo liquidato dopo 7 turni. Per paradosso viene da dire che gli attuali difensori di Fonseca sono forse spinti dal terrore che un eventuale esonero potrebbe portare alla scelta di un altro allenatore simil Fonseca, tipo Juric a Roma per intendersi. Sarri non piace e d’altro canto il suo calcio da mandare a memoria richiede troppo tempo. L’unico adatto alla bisogna può essere Max Allegri.