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Condannato a 4 anni e mezzo per aggressione sessuale, Dani Alves è stato assoltoTUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
venerdì 28 marzo 2025, 12:12Calcio estero
di Yvonne Alessandro

Condannato a 4 anni e mezzo per aggressione sessuale, Dani Alves è stato assolto

Dani Alves è stato assolto. Dopo la decisione del Tribunale Superiore di Giustizia della Catalogna (TSCJ), l'ex terzino di Juventus e Barcellona è stato prosciolto riguardo al reato di aggressione sessuale per cui era stato condannato. Il brasiliano, finora in libertà condizionale dopo aver ricevuto una condanna di 4 anni e 6 mesi, attendeva l'appello di una sentenza che era stata impugnata da tutte le parti coinvolte.

Il motivo
L'avvocato di Dani Alves chiedeva direttamente l'assoluzione, mentre la Procura aveva richiesto di aumentare la pena a 9 anni e la parte civile chiedeva di portarla a 12. Alla fine, però, il TSCJ, all'unanimità, ha assolto Alves per mancanza di prove: "Siamo felici, è innocente, la giustizia ha agito. È stato molto emozionante, è stata fatta giustizia", ha dichiarato Irene Guardiola, l'avvocato del 41enne. "Ci aspettavamo questo, è giustizia. Alves è innocente, è stato appena dimostrato e finalmente è stata fatta giustizia. Sono emozionata. Ci credevo e siamo molto contenti. La sentenza non è definitiva, è lunga e devo leggerla", le dichiarazioni riportate da Relevo. Ora l'ex Juve può richiedere un risarcimento per il tempo trascorso in detenzione preventiva, mentre la vittima può fare ricorso alla Corte Suprema.


La spiegazione del Tribunale
Il Tribunale Superiore di Giustizia, in attesa di leggere tutti i dettagli del documento, ha confermato che non è possibile considerare l'avvenuta aggressione sessuale poiché non ci sono tutte le prove in grado di affermarlo. Secondo la sentenza, la testimonianza della vittima non ha tutta la credibilità perché è contraddittoria: "Si è rivelata una testimone non affidabile poiché altre delle sue numerose affermazioni non sono state verificate, elude ciò che metodologicamente avrebbe dovuto essere indagato dal Tribunale di primo grado, cioè il contrasto di quella dichiarazione (penetrazione vaginale non consensuale, ndr) con le altre prove".