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G. Ferri: “Purché vinca mi sta bene anche che il Toro giochi male con la Juve”TUTTO mercato WEB
Giacomo Ferri
© foto di Giuseppe Celeste/Image Sport
Oggi alle 13:50Altre Notizie
di Elena Rossin
fonte Torinogranata.it

G. Ferri: “Purché vinca mi sta bene anche che il Toro giochi male con la Juve”

Giacomo Ferri è stato intervistato in esclusiva da TorinoGranata.it. Ferri da calciatore dopo essere stato nelle giovanili del Torino dal 1976 al 1978 è andato alla Reggina per poi fare ritorno in granata restandovi dal 1981 all’89. Terminata la carriera agonistica è divenuto allenatore e nel Torino è stato sulle panchine dei Giovanissimi (1998-2000), Allievi (2000-‘01), Primavera (2001-‘03), nel finale del 2003 è subentrato a Ulivieri in prima squadra per le ultime sei partite e successivamente è tornato in Primavera (2003-‘05). Dal 2010 al 2016 è stato team manager sempre del Torino.
Con lui abbiamo parlato del derby con la Juventus di sabato sera.
Il Torino arriva a questo derby dopo cinque sconfitte nelle ultime sei partite, quindi diventa una gara particolarmente delicata anche per l'ambiente granata?
“Il derby è sempre delicato, perciò dico che è una partita delicata sotto tutti i punti di vista, ma principalmente perché è un derby. E’ chiaro che se arrivava con dei risultati positivi sarebbe stato meglio, ma col fatto che in questo momento la situazione è questa credo che bisogna guardare avanti. Il derby è la prima partita che si deve affrontare e quindi credo che questo sia nella testa dell'allenatore e dei giocatori”.
Vanoli più di una volta ha detto che ci vuole personalità. Lei è stato un giocatore e un allenatore che ha sempre avuto una grandissima personalità in campo quindi come si può aumentare la personalità della squadra?
“Se giochi a questi livelli la personalità ce l'hai, perché, secondo me, non esiste un giocatore di Serie A, un professionista che non abbia la personalità. Poi, come in tutte le cose, c'è quello che ce l'ha un po' di più e c'è quello che ce l'ha meno. Sono convinto che il problema in questo momento è uno solo: l’assenza per infortunio di Zapata. Quando è stato preso ha cambiato il volto della squadra. Nel momento in cui adesso non c'è più Vanoli ha dovuto e deve cercare soluzioni alternative. Zapata non era importante solo per la fase offensiva, ma era importantissimo anche la fase difensiva. A questo magari non si pensa perché è un attaccante, però non è così, perché Zapata era il perno non solo dell'attacco ma della squadra. Per questo Vanoli sta cercando di trovare delle soluzioni e spero che riusciremo a raggiungere l'obiettivo che è il risultato pieno nel derby, perché secondo me ce lo meritiamo”.
Il Torino però anche quando c'era Zapata in campo subiva un po' tanti gol e soprattutto li subiva per grosse disattenzioni e Vanoli nei post partita lo ha sempre detto.
“E’ vero, e l'abbiamo visto. Lo stesso allenatore l'ha dichiarato, però tu sai che io seguo tutte le partite del campionato, non solo quello italiano. In quest'inizio del campionato italiano, ma anche nel campionato inglese, francese e spagnolo, si sono visti dei gol che tu dici che non è possibile prenderli. Questo, secondo me, è dovuto perché negli ultimi anni si è pensato solo alla fase di costruzione, perciò la fase offensiva, e si è tralasciata un po' la fase difensiva. I grandi allenatori da Ancelotti a Guardiola, ma anche quelli che c'erano ai tempi miei, Radice, Trapattoni e via dicendo, dicono tutti: prima non prendere gol, poi si vedrà. Adesso è un po’ cambiato e questa situazione non c’è solo al Torino, la disattenzione c'è un po' in tutto il campionato, parlo di quest’inizio perché chiaramente siamo all'inizio”.
E’ stato allenatore, ma come si allena un giocatore affinché sia attento per 90 minuti?
“L’attenzione viene nel momento in cui tu ti alleni, è allenabile. Lo stesso Vanoli lo sta dichiarando da sempre e come dici tu anche quando c'era Zapata gol per disattenzioni se ne prendevano, perciò dico che sta allenando la squadra forse, io parlo stando all'esterno, focalizzandosi un po' più sull’attenzione e sulla fase di non possesso, che è il momento più pericoloso”.
Nelle ultime partite, e dipende sicuramente dal fatto che non c'è più Zapata, il Torino fatica a segnare e anche quando ha vinto con il Como ha fatto solo un gol e sono diminuiti anche i tiri in porta. Come si sopperisce?
“E’ vero, perché, ritorno a dire quello che ho detto prima, secondo me quando un allenatore, e stiamo parlando di Vanoli visto che è lui ad allenare il Torino, prepara la squadra dal primo giorno di ritiro sa già dei giocatori che ha a disposizione chi può essere il titolare o meno. Zapata era un titolare, non che fosse tutto concentrato su Zapata, ma era un punto fondamentale della squadra e su questo non c'è niente da fare. Anche nelle altre squadre è così, faccio un esempio, se tu levi Morata al Milan, secondo me, Fonseca va in difficoltà perché non ha più un giocatore come lui che gli può creare un certo tipo di gioco sia in fase offensiva sia in quella difensiva. Non si tratta solo del singolo giocatore perché se a giocare al fianco di Adams c’è Zapata o Sanabria non è la stessa cosa. Non perché uno sia più forte e l'altro meno bensì perché ognuno ha determinate caratteristiche e magari uno rispetto all'altro ha caratteristiche più adatte a te. Faccio un esempio, quando giocavo io se avevo vicino un giocatore come Francini andavo sul sicuro perché sapevo che al minimo movimento che facevo lui mi copriva e viceversa al movimento che faceva lui ero io a coprirlo: c'era un'intesa, ma è una cosa naturale. Ripeto, non è che uno sia più forte e l'altro meno perché credo che con Zapata qualsiasi attaccante, Sanabria, Adams o chi altro gioca in un modo diverso e automaticamente tutti i reparti ne traggono beneficio”.
Adams ha un risentimento al flessore sinistro, ma nessuna lesione e ieri si è allenato a parte, ma se non ci dovesse essere sabato sarebbe ancora più un problema giocare il derby?
“A questo punto rimane come punta vera solo Sanabria”.
E ci sono il giovane Njie e Karamoh che sono esterni d'attacco.
“Sono giocatori interessantissimi, perché Karamoh, secondo me, è un giocatore molto interessante, però ogni allenatore preferisce avere tutti a disposizione perché così può preparare la partita, che sia il derby o una partita contro un'altra squadra, in un certo modo. Se ti vengono a mancare due giocatori nello stesso reparto trovi altre soluzioni. Vanoli sta preparando una partita che è delicata come tutte, ma questo è un derby comunque ed è più delicata e più sentita delle altre. Con un giocatore fuori sicuro, Zapata, e uno, Adams, che rischia di essere a mezzo servizio e non si sa neppure se giocherà non è bello. Ogni tanto sento dire ma questo allenatore ha un sacco di scelte come fa, adesso l’abbondanza creerà problemi. No, l'allenatore ha problemi quando gli mancano i giocatori, non quando ne ha di più”.
Negli ultimi 19 anni in campionato il Torino ha vinto 1 solo derby, ne ha pareggiati 6 e persi 21 su 28 giocati ed è riuscito a segnare 15 gol e ne ha incassati 48: numeri che fanno paura. E in più sabato gioca in casa della Juventus dove non vince dal 9 aprile del 1995. Sembra un’impresa.
“Hai ragione, questi sono i numeri di quello che è stato. Ho la mentalità che mi hanno inculcato che devi pensare alla partita che arriva dopo. Se io adesso fossi un giocatore del Torino e mi fermassi a sentire i numeri che hai detto, che sono giustissimi perché sono quelli veri ed è la realtà, non gioco più la partita con la Juve. Ecco perché il professionista, giocatore o allenatore che sia, dice sempre dobbiamo pensare alla prossima partita altrimenti se si guarda a quello che è stato non giochi più perché pensi cosa vado in campo a fare. Invece no. Il guardare ai numeri è una cosa che possiamo fare noi da esterni, perché siamo degli opinionisti o giornalisti e chiaramente tiriamo le somme. Ma il giocatore, credimi, è già concentrato sulla partita che deve fare sabato sera, anche questo è il bello del calcio. Però i numeri indubbiamente sono quelli che dici tu, ma un giocatore, un allenatore, non può stare a pensare a questo, deve pensare ad essere concentrato, e il calciatore seguire quello che vuole l'allenatore e affrontare questa partita nel miglior modo possibile”.
Secondo lei, la Juventus arriverà un po' stanca, visto che ieri sera ha giocato in Champions pareggiando con il Lille uno a uno?
“Secondo me no, perché comunque la Juventus, anche se non lo dicono in tanti, quest'anno rispetto all'anno scorso ha una rosa molto più ampia perciò ha la possibilità di effettuare cambi, basta ricordare quando ha giocato Perin al posto di De Gregorio e ha fatto una partita stratosferica. La Juventus quest'anno gioca la Champions, ma queste sono partite che secondo me ti danno solo più adrenalina. L'unica cosa è che per chi gioca la Champions, ma non vale solo per la Juventus bensì per tutte le squadre, è che a fine partita non ci siano infortunati. La Juventus quest'anno ha una rosa molto più ampia per cui può fare benissimo il turnover con dei giocatori in panchina che sono ad altissimo livello”.
Anche se qualcuno storce il naso sul gioco e i risultati della Juventus, però in campionato ha subito solo sette gol e non ha ancora mai perso. È vero che ha vinto soprattutto con le squadre piccole però è comunque sesta a quattro punti dal Napoli che è primo. Non ha fatto poi così male?
“Tu stai citando numeri veri, ma il tifoso e credo anche gli addetti ai lavori, giocatori, allenatori e dirigenti, guardano la classifica. La classifica cosa dice? Che ha davanti Lazio, Fiorentina, Atalanta, Inter e Napoli. La Juventus è una squadra costruita per stare, non dico sempre prima, ma nelle prime tre posizioni. Perché se è fuori dai primi tre posti diventa un problema, ma questo vale non solo per la Juventus, ma anche per il Milan e per l'Inter. I tifosi vorrebbero vedere la Juve sempre fra le prime tre, anzi sempre prima. Non parlo solo della Juventus, ma anche dell'Inter e del Milan e il passato ha dimostrato che se non arrivano prime arrivano seconde o terze oppure vincono la Coppa Italia. Sono squadre costruite per arrivare a raggiungere l'obiettivo. Ecco perché magari qualche tifoso storce il naso: guarda la classifica e se la squadra è sesta non è contento”.
Già dall'intervallo della gara con la Fiorentina e poi anche durante il secondo tempo e alla fine della partita i tifosi del Toro, un po' arrabbiati per le sconfitte dell’ultimo periodo e per la prestazione di Roma e anche per l’approccio molle in quella col Como, hanno rivolto ai giocatori per la prima volta in questa stagione il coro che li invitava a tirate fuori gli attributi. Un’indicazione ben precisa pure in vista del derby?
“Penso che sia una cosa normale, lo fanno tutti. L'hanno fatto quelli del Milan e lo fanno quelli del Torino nel momento in cui la squadra non va bene. Stando sul discorso dei tifosi del Toro, vogliono vedere una squadra che lotta dal primo all'ultimo momento. Questa non è una frase fatta perché non vale per tutte le squadre. Se senti parlare la gente pensi che riguardi tutte le squadre, ma no, non è vero perché ci sono squadre e tifosi che sono abituati in un modo diverso. Il tifoso del Toro, non solo quello che va in Curva Maratona, ma anche quello dei distinti, e della tribuna vuole vedere che la squadra che lotta su ogni pallone fino all'ultimo: questa è una caratteristica del Toro e di nessun altro, non c'è niente da fare. Faccio l’opinionista e ho avuto discussioni su altre squadre e quando dicono che vale per tutti so che non è vero i l’ho vissuto in prima persona da giocatore. Quando siamo retrocessi nell’89 i tifosi non erano contenti, hanno contestato durante il campionato perché noi andavamo male e poi alla fine siamo andati malissimo, infatti siamo retrocessi, però poi i tifosi hanno visto che noi abbiamo cercato di fare il possibile e ci sono state anche altre situazioni. Situazioni societarie c’era cambiato il presidente (da Gerbi a Borsano, ndr) ed erano cambiati 3 allenatori (Radice, Claudio Sala e Vatta, ndr): c'era in generale una situazione un po' particolare. Detto questo, lottare su ogni pallone fino all'ultimo è la caratteristica del Toro, non c'è niente da fare. Il tifoso del Toro vuole andare allo stadio e vedere la squadra che dà tutto dall'inizio alla fine, poi puoi anche perdere per carità, però loro vogliono vedere questo tipo di situazione e queste caratteristiche, ecco perché chiedono di tirate fuori gli attributi, però vedo che anche in altri stadi dicono la stessa cosa, nell'ultima gara la curva del Milan, se non sbaglio, si è lamentata con la squadra perché ha perso delle partite, perciò credo che sia una cosa un po' di tutte le tifoserie”.
Sabato sera sarà fondamentale l’atteggiamento in campo dei giocatori del Torino, è vero che poi ci sarà la sosta per la Nazionale, però dovranno assolutamente uscire dal campo con la maglia, come si dice, fradicia di sudore altrimenti ci sarà il rischio di contestazione anche alla squadra?
“Ma guarda, io credo che i giocatori lo faranno comunque di uscire dal campo con la maglia sudata, perché non è che un giocatore va in campo e se ne frega. Sabato sera poi c'è il derby perciò l'adrenalina sarà a mille. L'atmosfera è diversa durante la settimana e quando arrivi al campo con il pullman, quindi non è un problema il sudare la maglia. Adesso sto parlando da tifoso, spero di vedere il Torino che gioca male e che vinca, punto”.
Va bene quindi anche una vittoria con un autogol della Juventus al 97esimo?.
“Ma certo, chi se ne importa. Adesso ti sto parlando da tifoso, anche se la squadra dovesse giocare male e poi alla fine vincesse 1 a 0 io sarei contento. Va tutto bene anche un loro autogol l'importante è che si conquistino i 3 punti”.
Una vittoria nel derby oltretutto servirebbe anche per risollevare la squadra.
“Eccome se serve, non scherziamo, a livello di testa ti dà qualcosa in più per il futuro”.