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Pogba-Juve ai titoli di coda, Vaciago: "Finisce un sogno, ma è stato bellissimo"
"Finisce un sogno, ma è stato bellissimo". Così, sulle pagine di Tuttosport, il direttore Guido Vaciago commenta la conclusione, ormai imminente, del viaggio insieme di Paul Pogba e della Juventus. Un'avventura in due parti, che nasce dall'arrivo di un ragazzino a parametro zero dal Manchester United, ai tempi di Conte: "Era l’estate del 2012, eravamo tutti più giovani e Pogba era ancora un teenager, ma in quei diciannove anni c’era qualcosa di esplosivo e nuovo. […]
Pogba, il primo Pogba, è stato uno dei prototipi della modernità: un giocatore al quale è sempre stato difficile assegnare un ruolo, un centrocampista che sapeva fare l’attaccante, che aveva piedi da trequartista e attitudine da mediano, a suo agio in ogni zona del campo e in ogni situazione di gioco, si trattasse di scagliare una sassata sotto l’incrocio o rubare il pallone all’avversario con i suoi tentacoli da polpo. […]
In quegli anni, Pogba ha fatto il Liceo con Conte e l’Università con Allegri, praticamente l’educazione calcistica perfetta che lo ha trasformato, nel giro di quattro stagioni, in uno dei giocatori più forti del pianeta, un giocatore da cento milioni di euro. E proprio quella cifra, nella sua enormità, ha schiacciato l’indomabile talento di Paul. Il ritorno a Manchester è stato l’inizio della fine: Pogba ha perso la leggerezza degli anni torinesi e non è riuscito a scalare quella montagna di soldi. […]
È tornato alla Juventus troppo tardi. E la sfortuna lo ha bastonato sul menisco nell’estate della possibile rinascita. È andata male, anzi malissimo: una catena paradossale di guai, sfighe e scelte sbagliate lo hanno imprigionato. Il sogno non è finito bene, ma che sogno è stato all’inizio! Entusiasmante e indimenticabile. Grazie di tutto, Paul".
Pogba, il primo Pogba, è stato uno dei prototipi della modernità: un giocatore al quale è sempre stato difficile assegnare un ruolo, un centrocampista che sapeva fare l’attaccante, che aveva piedi da trequartista e attitudine da mediano, a suo agio in ogni zona del campo e in ogni situazione di gioco, si trattasse di scagliare una sassata sotto l’incrocio o rubare il pallone all’avversario con i suoi tentacoli da polpo. […]
In quegli anni, Pogba ha fatto il Liceo con Conte e l’Università con Allegri, praticamente l’educazione calcistica perfetta che lo ha trasformato, nel giro di quattro stagioni, in uno dei giocatori più forti del pianeta, un giocatore da cento milioni di euro. E proprio quella cifra, nella sua enormità, ha schiacciato l’indomabile talento di Paul. Il ritorno a Manchester è stato l’inizio della fine: Pogba ha perso la leggerezza degli anni torinesi e non è riuscito a scalare quella montagna di soldi. […]
È tornato alla Juventus troppo tardi. E la sfortuna lo ha bastonato sul menisco nell’estate della possibile rinascita. È andata male, anzi malissimo: una catena paradossale di guai, sfighe e scelte sbagliate lo hanno imprigionato. Il sogno non è finito bene, ma che sogno è stato all’inizio! Entusiasmante e indimenticabile. Grazie di tutto, Paul".
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