Cinque punti in meno di Allegri e virtualmente fuori dalla Champions: ma i cavalli si vedono alla fine (si spera)
La luna di miele con Thiago Motta non è ancora finita. Perché nelle prime dodici di campionato non è arrivata nessuna sconfitta, con sei vittorie e sei pareggi, media di due punti a partita. Il problema non è tanto nei numeri, che probabilmente a fine stagione garantirebbero la qualificazione alla Champions League, ma la posizione attuale. Sesti in classificia dietro a Napoli e Inter, sì, ma anche Atalanta, Fiorentina e Lazio. Bisogna essere equilibrati e dire che i punti di distanza dalla prima sono solamente due. Come un anno fa con Allegri quando, però, erano ventinove (cinque in più) e la Juve era seconda in classifica.
Ci sono diverse attenuanti, ovviamente. L'anno scorso non c'era la Champions League a succhiare energie - con quattro punti la Juve sarà sicura di giocarsi i playoff, forse anche con tre - oltre a una rivoluzione in corso e che non è ancora terminata. Un monte ingaggi più alto e una solidità diversa, almeno dal punto di vista della continuità calcistica. Per tutti questi motivi bisogna essere soddisfatti e guardare al futuro con una buona dose di ottimismo, ben sapendo che ci sono segnali importanti (come Weah e Cambiaso, su tutti) e altri tasselli che hanno ancora bisogno di entrare fattivamente nell'idea di giocare nella Juventus, come Koopmeiners e Douglas Luiz.
Thiago Motta è riuscito a ricreare il futuro della Juventus. Non solo con i giocatori che poi saranno parte integrante di questo futuro, ma anche per chi sarà eventualmente venduto. Alla Soulé o Huijsen, per intenderci. Mbangula è stato convocato dalla nazionale del Belgio, Savona con l'Italia, poi i Rouhi e gli Adzic diventeranno asset importanti, alla faccia di chi aveva spiegato, poco fa, che i gioielli della Next Gen erano oramai finiti.
Per tornare a uno sport tanto caro ad Allegri: i cavalli buoni si vedono alla fine. Quindi è impossibile non essere convinti che questa sia la strada giusta, a patto però di non uscire dalle prime quattro a fine stagione. Quindi meglio prendere un attaccante perché Vlahovic è davvero troppo solo là davanti.