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tmw / juventus / Editoriale
Approcciata male, giocata peggioTUTTO mercato WEB
Oggi alle 00:01Editoriale
di Mirko Nicolino
per Bianconeranews.it

Approcciata male, giocata peggio

La Juventus torna da Parma con una sconfitta che conferma tutti i dubbi sulla rivoluzione tecnica voluta fortemente dall'area tecnica

C’era qualcosa nell’aria che non mi convinceva e purtroppo la partita ha confermato i timori. Dopo aver messo insieme 7 punti in 3 partite, la Juventus di Igor Tudor ha approcciato molto male la gara del Tardini e l’ha poi giocata peggio. Complimenti dunque a Cristian Chivu, che non ha mai perso nelle ultime 5 giornate e che si è messo 6 punti sopra la zona retrocessione. Il Parma era una squadra in balìa delle partite, in grado di fare tanti gol, ma anche di prenderne molti, oggi è invece una formazione equilibrata in grado di dare fastidio a chiunque.

Dopo aver fermato sul pari Fiorentina e Inter, i gialloblu hanno così battuto la Signora, senza rubare nulla, pur avendo fatto onestamente poco. Peggio per i bianconeri, che avrebbero dovuto affrontare questa gara letteralmente con “il sangue agli occhi”, invece, sono entrati in campo molli, quasi con la testa al rientro a Torino. Già il fatto che la squadra abbia ritardato il ritorno a Parma dopo la prima trasferta salvata, aveva lasciato qualche perplessità, ma quello che non è accettabile è stata l’interpretazione del piano gara.

Igor Tudor ha messo da parte per una volta la pressione uomo su uomo, chiedendo ai suoi di fare densità nella propria metà campo per poi sfruttare gli spazi nelle transizioni positive. Per interpretare una gara così, però, servono strappi, cattiveria nel difendere su ogni pallone e soprattutto non commettere errori tecnici una volta riconquistato il possesso. Purtroppo non si è visto nulla di tutto ciò, sia per qualità proprie dei giocatori, non adatte al modulo e al modello di gioco di Tudor (ma questo si sapeva già essendo stata la squadra costruita sul 4-2-3-1 mottiano), sia per attitudine degli stessi. Tante altre volte in stagione questa squadra, quando sembrava aver trovato la via, si è smarrita cadendo alla prima difficoltà.

È una storia vecchia insomma, perché una rosa che era arrivata terza conquistando la Coppa Italia è stata rivoluzionata con 16 acquisti e 19 cessioni, ma nessun nuovo innesto ha evidentemente alzato il tasso di esperienza, malizia e caratura internazionale (anzi, si è perso quel poco di questi ingredienti che alcuni senatori ceduti avevano). A ciò si aggiunga il fatto che alcuni degli uomini chiave sono per giunta peggiorati e il quadro è completo. Vlahovic è stato letteralmente annullato da Leone, Cambiaso è il cugino del giocatore ammirato con Allegri e a inizio dell’avventura di Motta, mentre Kolo Muani e Conceicao hanno perso la verve delle primissime presenze con la maglia della Signora.

Al solito, i giocatori sono i primi responsabili (l’ho ripetuto come un refrain anche nei giorni caldi dell’esonero di Thiago), ma a questo punto si impone una seria riflessione sulla rivoluzione progettuale avviata da Cristiano Giuntoli. Le sue capacità e quelle dei suoi collaboratori non possono essere messe in dubbio (i risultati e la storia sono dalla loro parte), ma da quando è arrivato ha già cambiato 4 allenatore e oggi onestamente dei tanti nuovi arrivati solo in pochi hanno dimostrato di meritare la maglia della Juve. Il progetto è oggi un cumulo di macerie.