
Umiltà e Dna Juve: le parole di Tudor cancellano Motta
I tifosi tornano a respirare aria da Juve, grazie a Tudor che in poco più di mezz'ora di conferenza stampa spedisce Motta definitivamente nel passato. Il neo tecnico bianconero sulla carta è un traghettatore, ma ha l'occasione della vita e vuole giocarsela. Da combattente quale è sempre stato. E come ogni papà, con i suoi ragazzi utilizza il proverbiale “bastone e carota”. Per il momento a parole. Innanzitutto ora non ci sono più scuse, quindi casco e pedalare, con la consapevolezza di indossare una maglia tanto prestigiosa, quanto pesante. La pressione è la norma e si avverte in modo netto. Allenamenti ad alta intensità, non si molla di un centimetro, ma sempre con il sorriso sulle labbra. Il calcio deve essere anche divertimento. Gli ultimi giorni con Thiago erano diventati surreali sotto questo aspetto, in allenamento e di riflesso durante le partite. Eloquenti le facce dei giocatori.
Contrariamente al suo predecessore, il nuovo coach metterà Vlahovic al centro del suo progetto, convinto peraltro possa giocare con Kolo Muani. L'altro elemento di rottura con chi ha sostituto è il dialogo con i giocatori per capire quale sia il ruolo più adatto. Modello di riferimento Lippi. Capito Motta? Tudor chiede ai suoi di scendere in campo con la testa, il cuore e soprattutto l'umiltà. Il compagno di viaggio deve essere il senso di appartenenza, lo stesso racchiuso nei due aneddoti riguardanti Del Piero e Zidane. Il fatto di lasciare la fascia da capitano a Locatelli è indicativo. Igor è l'anti-Thiago anche quando si parla di modulo: “Dipende dalle caratteristiche della squadra”. Addio integralismo. Capito Motta? La vittoria non sarà un'ossessione, ma la cosa primaria per chi ambisce a grandi traguardi. Con cattiveria e spensieratezza, sembra un ossimoro, per il croato invece rappresentano il mix giusto. Sono tutti elementi appartenenti al Dna bianconero: l'ex allenatore, suo malgrado, non è riuscito a comprenderlo.
Come detto, Tudor è stato chiamato a guidare la Juve con la patente da traghettatore, l'obiettivo però è di modificare il suo status. Sull'argomento si è espresso Giuntoli, rinviando tutto a fine stagione, aprendo però alla possibilità della conferma nel caso in cui oltre a centrare la Champions League, il neo tecnico (ri)creasse qualcosa di importante. Per esempio il Dna di cui sopra, vitamina indispensabile per riportare la Juve dove merita. Gli ex compagni di squadra della Vecchia Signora sono convinti possa restare. Igor rimarrebbe 10 anni, ma ora bisogna pensare al presente e passare dalle parole ai fatti. Domani esordio contro il Genoa allo Stadium, prima delle ultime nove tappe del campionato: vietato fallire. Tudor contro Viera, un altro che ha avuto il privilegio di vestire la maglia bianconera.







