Tempo scaduto per la Juve: Motta ora servono coraggio, elasticità e il noi

Il tempo delle riflessioni è scaduto, la Juve di Motta deve dare continuità al successo contro l'Empoli. A Como serve il blitz, senza se e senza ma. Anche perché le rivali corrono. Al momento i bianconeri sono fuori dalla zona Champions League, scavalcati anche dalla Fiorentina. Bologna e Milan sono staccate rispettivamente di 3 e 5 punti, ma con una gara da recuperare. In buona sostanza il suono dell'allarme è sempre più forte. Il tecnico italo-brasiliano non ha molto tempo, ma deve disinnescarlo. Come? Intanto con una grosso dose di coraggio da iniettare ai suoi. In primis nell'approccio alle gare, in cui è obbligatorio stare sul pezzo, per evitare di partire in salita e soprattutto lanciare un messaggio ben preciso agli avversari. Quando Del Piero dice che la Juve non fa più paura ha ragione. In passato accadeva l'esatto contrario.

Sotto il profilo tattico, a gran voce si chiede qualche modifica a Motta. Se il 4-2-3-1 non sta dando i risultati sperati, qualche variazione sarebbe opportuna. Non si commette nessun “reato” e nemmeno significa tradire il proprio credo calcistico. I grandi allenatori ripetono spesso che bisogna adattarsi alle caratteristiche degli uomini a disposizione. Non il contrario. E' una questione di elasticità. Le scelte dei singoli sono un altro fattore determinante e anche in questo caso la parola chiave è coraggio. Se Koopmeiners non brilla (contro l'Empoli ha dato qualche segnale di risveglio), tenerlo in panchina potrebbe servirgli come stimolo. Il fronte offensivo. La maggior di ex calciatori ed addetti ai lavori è convinta sia necessario schierare insieme Kolo Muani e Vlahovic. A domanda precisa sull'argomento, questa la risposta dell'allenatore: “Non è così semplice, sbagliato ridurre tutto a loro due. Dobbiamo avere equilibrio, quando lo riterrò giusto lo farò”. Tradotto, Dusan resta in panchina.

Cercasi gruppo disperatamente. Il noi davanti all'io fu la frase più significativa pronunciata da Giuntoli lo scorso anno, durante la conferenza stampa di presentazione. Praticamente un mantra, mai come ora bisogna metterlo in atto. A dire il vero, Motta lo sta rimarcando spesso. Squadra, collettivo, sono termini pertinenti sotto questo aspetto, come il verbo declinato alla prima persona plurale anche quando gli vengono fatte domande personali. La tattica, i singoli, le scelte: tante parole e analisi, ora bisogna passare ai fatti. Vincere è l'unica cosa che conta. Lo dice la storia della Juve, lo richiede il momento attuale. Non esiste altro modo per qualificarsi alla prossima Champions League, obiettivo necessario. Anzi vitale.