
Ribery: "Adoro la ThuLa, ma io e Robben abbiamo scritto la storia del calcio"
Franck Ribéry, leggenda del Bayern Monaco, ha parlato della sfida tra Inter e bavaresi di stasera, ricordando gli higlights della sua avventura ma rifiutando un confronto tra Kane e Lautaro: "Non ho preferenze perché ti risolvono entrambi i problemi: poche chiacchiere e tanti fatti", dice alla Gazzetta dello Sport di oggi.
E tra la ThuLa e Ribery-Robben, la coppia più decisiva?
"Adoro gli attaccanti dell’Inter, si capisce che sono amici come me e Arjen ma noi, oltre a giocare in ruoli diversi, siamo stati al top per 10 anni: la coppia Ribery-Robben ha fatto la storia del calcio, non solo quella del Bayern".
Riguardo alla sua storia personale, ha spiegato di aver completato i corsi Uefa A e Uefa B e che da settembre avrebbe frequentato il corso Uefa Pro. Ha espresso il desiderio di diventare allenatore per rivivere la magia del campo e la sua intenzione di farlo in Italia, a Coverciano, che ormai considera casa. Ha raccontato di apprezzare salutare tutti, dai magazzinieri agli addetti alle pulizie, con il dovuto rispetto, e di sentirsi onorato dell'accoglienza ricevuta, contrariamente a quanto gli viene detto. Ha poi condiviso di non conoscere l'Italia prima del suo arrivo, se non per i racconti di suo fratello Luca Toni, ma di aver scoperto lo stesso amore per il calcio che c'è in lui, percepibile a ogni livello, dai bambini agli anziani. Ha infine ricordato di essere stato a Firenze durante la vittoria dell'Italia all'Europeo 2021, testimoniando l'emozione palpabile nelle strade.
E tra la ThuLa e Ribery-Robben, la coppia più decisiva?
"Adoro gli attaccanti dell’Inter, si capisce che sono amici come me e Arjen ma noi, oltre a giocare in ruoli diversi, siamo stati al top per 10 anni: la coppia Ribery-Robben ha fatto la storia del calcio, non solo quella del Bayern".
Riguardo alla sua storia personale, ha spiegato di aver completato i corsi Uefa A e Uefa B e che da settembre avrebbe frequentato il corso Uefa Pro. Ha espresso il desiderio di diventare allenatore per rivivere la magia del campo e la sua intenzione di farlo in Italia, a Coverciano, che ormai considera casa. Ha raccontato di apprezzare salutare tutti, dai magazzinieri agli addetti alle pulizie, con il dovuto rispetto, e di sentirsi onorato dell'accoglienza ricevuta, contrariamente a quanto gli viene detto. Ha poi condiviso di non conoscere l'Italia prima del suo arrivo, se non per i racconti di suo fratello Luca Toni, ma di aver scoperto lo stesso amore per il calcio che c'è in lui, percepibile a ogni livello, dai bambini agli anziani. Ha infine ricordato di essere stato a Firenze durante la vittoria dell'Italia all'Europeo 2021, testimoniando l'emozione palpabile nelle strade.
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