
2 aprile 2005, muore Papa Giovanni Paolo II. E lo sport si ferma alle 12 (del giorno dopo)
Sabato 2 aprile 2005, alle ore 21.37, muore Karol Wojtyla, Papa Giovanni Paolo II. Piazza San Pietro è colma di fedeli per vegliare sul Pontefice che lascia le sue spoglie mortali, Roma viene invasa dai fedeli accorsi a rendere l'ultimo saluto al polacco.
La Federazione Giuoco Calcio, d'accordo con le autorità preposte, comunica il rinvio di ogni gara di Campionato di qualsiasi serie, in segno di lutto e rispetto per l'evento. Tutto il campionato slitta di una giornata. Gianni Petrucci, presidente del Coni, commenta così la scelta di fermarsi. "Perché tutto il mondo guarda a piazza San Pietro e non ce la siamo sentiti di dare il via alle partite sapendo, poi, che al primo gol abbracci ed entusiasmo avrebbero avuto il loro sfogo. La nostra è una decisione che abbiamo condiviso con tutti e il calcio è stato straordinario aderendo in modo entusiastico. Una presa di posizione chiara e netta per dimostrare che il mondo dello sport non insegue sempre il commercio, il successo e l'applauso facile".
Si sarebbero giocate Fiorentina-Juventus, Milan-Brescia, Bologna-Inter e Lazio-Livorno. Partite che potevano cambiare il destino sia della volata Scudetto che quella della retrocessione. Qualche polemica per la decisione che arriva intorno a mezzogiorno, quando le forze dell'ordine incominciano a spiegare ai tifosi in viaggio che le partite sono slittate di una settimana.
La Federazione Giuoco Calcio, d'accordo con le autorità preposte, comunica il rinvio di ogni gara di Campionato di qualsiasi serie, in segno di lutto e rispetto per l'evento. Tutto il campionato slitta di una giornata. Gianni Petrucci, presidente del Coni, commenta così la scelta di fermarsi. "Perché tutto il mondo guarda a piazza San Pietro e non ce la siamo sentiti di dare il via alle partite sapendo, poi, che al primo gol abbracci ed entusiasmo avrebbero avuto il loro sfogo. La nostra è una decisione che abbiamo condiviso con tutti e il calcio è stato straordinario aderendo in modo entusiastico. Una presa di posizione chiara e netta per dimostrare che il mondo dello sport non insegue sempre il commercio, il successo e l'applauso facile".
Si sarebbero giocate Fiorentina-Juventus, Milan-Brescia, Bologna-Inter e Lazio-Livorno. Partite che potevano cambiare il destino sia della volata Scudetto che quella della retrocessione. Qualche polemica per la decisione che arriva intorno a mezzogiorno, quando le forze dell'ordine incominciano a spiegare ai tifosi in viaggio che le partite sono slittate di una settimana.
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