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24 gennaio 2003, alle 8.30 di mattina muore Gianni Agnelli. L'avvocato più famoso
Il 24 gennaio del 2003, a Torino, La Stampa esce in edizione straordinaria alle 8.30 di mattino. È morto uno dei simboli della torinesità, quel Gianni Agnelli uomo d'industria e di Juventus. Saluta a Villa Frescot, sulla collina torinese, mentre la camera ardente è al Lingotto. La sirena blocca Mirafiori e sospende lo sciopero della FIAT, mentre i tifosi della Juventus espongono lo striscione "Una nuova stella nel cielo".
Il più noto avvocato del calcio italiano non aveva l'abilitazione per esercitare la professione. Piumino sopra il blazer, camicia con colletto e cravatte sopra il pullover. L'orologio sempre sopra il polsino, la sigaretta resa immortale da un quadro di Warhol, come un'icona dandy. Presidente della Juventus dal 1947 al 1954, acquistò calciatori come Giampiero Boniperti, John Hansen e Karl Åge Præst, decisivi per la conquista di due campionati di Serie A nel 1950 e 1952, i primi vinti dalla Vecchia Signora in quindici anni.
Tramite Gianni Agnelli la Juve diventa un'azienda indipendente con un capitale privato e una responsabilità limitata. Poco divenne dirigente, anche Presidente Onorario fino al 1994, quando il testimone passò al fratello Umberto. Dieci Scudetti, quattro Coppe Italia, una Coppa Intercontinentale, una Coppa dei Campioni, una Coppa delle Coppe, tre Coppe UEFA e una Supercoppa UEFA, per un totale di 23 trofei ufficiali in 48 anni.
Il più noto avvocato del calcio italiano non aveva l'abilitazione per esercitare la professione. Piumino sopra il blazer, camicia con colletto e cravatte sopra il pullover. L'orologio sempre sopra il polsino, la sigaretta resa immortale da un quadro di Warhol, come un'icona dandy. Presidente della Juventus dal 1947 al 1954, acquistò calciatori come Giampiero Boniperti, John Hansen e Karl Åge Præst, decisivi per la conquista di due campionati di Serie A nel 1950 e 1952, i primi vinti dalla Vecchia Signora in quindici anni.
Tramite Gianni Agnelli la Juve diventa un'azienda indipendente con un capitale privato e una responsabilità limitata. Poco divenne dirigente, anche Presidente Onorario fino al 1994, quando il testimone passò al fratello Umberto. Dieci Scudetti, quattro Coppe Italia, una Coppa Intercontinentale, una Coppa dei Campioni, una Coppa delle Coppe, tre Coppe UEFA e una Supercoppa UEFA, per un totale di 23 trofei ufficiali in 48 anni.
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