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Juve: un passo indietro e il dilemma-punte. Inter: la situazione Acerbi e il mercato. Milan: il messaggio di Conceicao e l’errore della dirigenza. Napoli: il prezzo di Garnacho. E gli esempi di Atalanta e BolognaTUTTO mercato WEB
Oggi alle 00:00Editoriale
di Fabrizio Biasin

Juve: un passo indietro e il dilemma-punte. Inter: la situazione Acerbi e il mercato. Milan: il messaggio di Conceicao e l’errore della dirigenza. Napoli: il prezzo di Garnacho. E gli esempi di Atalanta e Bologna

Avete letto? C’è stato il primo ascolto dei brani di Sanremo. Quanto ve ne può fregare da 0 a tantissimo? Zero? E vabbé. Comunque i papabili per il podio sono Achille Lauro, Olly, Giorgia, Elodie. Premio della critica se lo giocano Cristicchi, Brunori, Lucio Corsi. E la canzone dei Coma_Cose la sentirete a lungo. Le sbaglierò tutte, questo è certo.

Altre cose di un certo peso.

Il Napoli ha vinto una partita splendida che va oltre il risultato. E il merito è di chi ha goduto (la squadra di Conte) ma pure di chi ha perso con onore (quella di Gasperini). È arrivato un successo che vale più dei tre punti assegnati, inutile spiegare perché. Che Conte sia stato fin qui fenomenale è un dato di fatto, che il suo Napoli sia uno squadrone costruito con idee e parecchi quattrini è altrettanto evidente. Garnacho può essere la ciliegiona da piazzare su una torta già parecchio appetitosa, ma a cifre che è giusto rimangano “umane”. 60 milioni può essere il giusto punto d’incontro. A prescindere, la squadra è sul pezzo come tutte le squadre contiane al punto che, chiunque arrivi, dovrà combattere per togliere minuti a quelli che ormai sono i titolarissimi.

La sconfitta dell’Atalanta per qualche misterioso motivo si è trasformata qua e là nella sconfitta di Inzaghi. Sono incredibili acrobazie nella mente di tifosi poco equilibrati. L’Inter sta facendo un gran percorso, è a tre punti dal super Napoli in campionato (con un match da recuperare), è tra le prime 8 in Champions e vedremo quel che combinerà stasera, ha passato il turno in Coppa Italia e nelle ultime 15 di campionato ne ha vinte 12 e pareggiate 3. Per qualche “eterno insoddisfatto” non è abbastanza per fidarsi di un gruppo che ha ampiamente dimostrato di avere attributi importanti. Non è sufficiente neppure per abbracciare il progetto-Inzaghi (negli ultimi 50 anni solo tre squadre hanno segnato 51 gol dopo le prime 20 partite, tutte e tre allenate dal piacentino), indigesto ai cosiddetti “critici a prescindere”, soggetti per lo più anonimi che escono allo scoperto solo quando i nerazzurri inciampano. Bah.
Poi c’è il mercato, con Acerbi ancora non pienamente recuperato (serviranno ancora un paio di settimane) nonostante sia clinicamente guarito. Non sente la gamba a posto e vai a capire qual è il problema. Cosa farà la dirigenza nerazzurra? Interverrà sul mercato? Possibile. E lo farà sulla corsia esterna se, come pare, Buchanan andrà a giocare in prestito. Nel caso, Carlos Augusto – fin qui affidabilissimo – tornerà in pianta stabile a ricoprire il ruolo di braccetto di sinistra con Bastoni e Bisseck eventualissimi rimpiazzi di de Vrij. Se invece Acerbi non dovesse dare più garanzie, allora l’intervento in difesa diventerebbe per evidenti motivi obbligatorio.


Il Milan ha un problema che per qualcuno rimane misterioso ma forse non lo è più così tanto. Se Pioli di tanto in tanto si lamentava dell’atteggiamento del gruppo e Fonseca si lamentava dell’atteggiamento del gruppo e Conceicao si lamenta dell’atteggiamento del gruppo… allora, forse, è proprio una questione legata ai limiti caratteriali di Tizio e Caio. Il problema è che Tizio e Caio si approfittano anche di una dirigenza troppo distante, che fatica a farsi sentire nei momenti di difficoltà e si mette in mostra solo quando c’è da festeggiare. Conceicao, ultimo arrivato, può e deve trovare correttivi, ma al resto deve pensare l’alta dirigenza, quella che, tra l’altro, al momento sta pensando di liquidare buona parte del mercato estivo. Non volevano il tecnico-manager perché avrebbe imposto idee e mercato; lo hanno fatto loro, il mercato, e se ne sono pentiti. E allora, forse, sarebbe stato meglio puntare sul tecnico-manager. 

Tre cose tre dalla serata di Champions:

- L’Atalanta è una bellezza. Giocare a questo livello dopo la batosta in campionato significa aver raggiunto una grande maturità. I bergamaschi - opinione personale - sono ancora in corsa anche per lo scudetto.
- Il Bologna esce dall’Europa a testa altissima. La prestazione di ieri dice che se il torneo iniziasse oggi, Italiano e i suoi darebbero fastidio a tanti. Bravi.
- La Juve fa decisamente un passo indietro rispetto alle grandi prestazioni contro Atalanta e Milan. A Bruges i bianconeri hanno giocato a marce ridotte e si sono lasciati sfuggire una grande occasione per arrivare tra le prime 8. Era alla portata. La verità è che giocare senza punte di ruolo può essere una mossa a sorpresa ogni tanto, ma non sarà mai la soluzione. Guardiola insegna.