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tmw / inter / Editoriale
Tutta la differenza del mondo: per l’Inter è un derby-rivincita, ma per il Milan è l’ultima spiaggiaTUTTO mercato WEB
ieri alle 15:52Editoriale
di Ivan Cardia
per Linterista.it

Tutta la differenza del mondo: per l’Inter è un derby-rivincita, ma per il Milan è l’ultima spiaggia

Ci risiamo, arriva il derby. Una piccola maledizione per l’Inter in questa stagione: se il percorso verso la finale di Istanbul era stato costellato di successi sul Milan, e lo scudetto in faccia del 22 aprile aveva segnato un punto di non ritorno nella rivalità tutta meneghina, il 2024/2025 non è stato altrettanto prodigo di successi per la squadra di Simone Inzaghi nel confronto con i “cugini”. Da Riyadh a Milano, l’Inter ha sofferto il derby, forse perché il Milan - che ha ben poco senso, ma 2-3 calciatori in grado di cambiare qualsiasi partita con una giocata individuale - è proprio la squadra perfetta per mettere in crisi i piani di Inzaghi.

Per l’Inter, quello di stasera è il primo step di una potenziale rivincita. Importa relativamente, Milano non è Roma, ma una stagione tutta di delusioni nel derby un pizzico di mugugno lo lascerebbe. Quanto è relativo, dipende dal traguardo finale. Anche perché il peso specifico del doppio confronto è tutto dalla parte della formazione (oggi) allenata da Sergio Conceiçao: altro che rivincita, il Milan ha da provare a salvare il salvabile in una stagione comunque da buttare. È una sorta di ultima spiaggia per i rossoneri, e questo fa tutta la differenza del mondo.

Perché all’Inter, di salvabile, ci sarà comunque tutto il resto. Una stagione da 16 gare potenziali da giocare, e magari vincere. Un progetto convincente, sia in campo che in società. Un tecnico saldo al suo posto, e che sta scrivendo pagine tra le migliori nella storia del club, di sicuro le più belle a livello di gioco. Domani, o dopo il 23 aprile quando si giocherà la semifinale di ritorno, l’Inter avrà comunque di che sorridere, per quello che ha fatto e che potrà ancora fare. È un aspetto da pesare, è una considerazione che può dare quella leggerezza necessaria al gruppo di Inzaghi, pur chiamato a confrontarsi con le tante e ormai solite assenze. È il bello del calcio moderno, specie se vuoi conquistarlo: si gioca un sacco, decisamente troppo.