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Materazzi: "Chivu sa toccare le corde giuste, ecco cosa gli dissi quando arrivò all'Inter"TUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
mercoledì 19 febbraio 2025, 16:52News
di Marco Pieracci
per Linterista.it

Materazzi: "Chivu sa toccare le corde giuste, ecco cosa gli dissi quando arrivò all'Inter"

L'ex capitano dell'Inter Marco Materazzi, intervistato da La Gazzetta dello Sport, ha parlato dell'approdo sulla panchina del Parma dell'amico e compagno di squadra in maglia nerazzurra Cristian Chivu: "Era il 2007, eravamo a Londra per una tournée estiva con l’Inter di Mancini, Figo, Julio Cesar e tanti altri. Lui si presentò in ritiro alla fine di una lunga trattativa e dopo dozzine di Roma- Inter giocati contro. Appena lo vidi gli strinsi la mano e lo abbracciai, dicendogli che lo stavamo aspettando da anni".

Marco, che avventura sarà?

"Tosta, ma intrigante. L’ha voluta come non mai. Non ha accettato nessun’altra sfida. Avrà un cocktail di giovani forti da valorizzare. Penso a Bernabè, Bonny e tanti altri. A mio avviso l’hanno scelto proprio per questo: saper lavorare con un gruppo giovane. All’Inter ne ha lanciati tanti".

In cosa è riconoscibile?

"Lo stile offensivo. Nelle giovanili nerazzurre ha sempre giocato col 4-3-3, quindi immagino ne beneficeranno gli esterni. Il Parma ne ha di forti: mi viene in mente Man, suo connazionale".

È un allenatore più di gioco, quindi?

"Credo di sì. Lo ha dimostrato nelle giovanili".

Com’era da avversario?

"Un predestinato. La prima volta lo incrociai durante l’annata 2002-03, Inter-Ajax a San Siro, gironi di Champions.Vincemmo 1-0, ma lui aveva 21 anni
ed era già il capitano. All’Ajax, eh. Non è da tutti".

Il primo giorno all’Inter, invece?
"L’ho abbracciato forte e gli ho detto “oh, finalmente sei dei nostri”. Dopo 24 ore eravamo già amici".

Cos’è che la lega a lui?

"Abbiamo sempre scherzato sul fatto che siamo due “zingari”. Anzi, due “zingari” mancini per la precisione, con le dovute precauzioni nel dire una
cosa del genere, ovvio. È una cosa nostra"..

Com’è dentro lo spogliatoio?

"Il contrario di quello che si vede fuori. Si mostra schivo, riservato, introverso, ma in realtà è sempre stato un amicone. Uno dalla battuta pronta".

È vero che quando lui giocò col caschetto lei lo ‘proteggeva’?
"Per forza, con un fratello si fa così. Lui si fece male alla testa in modo serio il 6 gennaio 2010, col Chievo, e rimase fuori più di un mese. L’anno successivo, prima di un Inter-Samp a San Siro, lo presi da parte e gli dissi che sarei andato a saltare al suo posto su Pazzini, soprattutto sui rinvii larghi. Per proteggerlo, sì".

Thiago Motta, Stankovic, Samuel con Scaloni, Chivu. Gli eroi del Triplete in panchina stanno aumentando. È l’effetto Mourinho?

"Ha lasciato qualcosa a tutti. E il prossimo potrebbe essere Cambiasso. Impossibile non prendere spunto da Josè. Poi lui ha guidato venti fenomeni e
ha vinto tutto, un conto è entrare a campionato in corso. Ma Chivu ce la farà".

Di certo non è uno che dribbla le difficoltà...

"Assolutamente no. Pensi a Barcellona-Inter, semifinale di Champions nell’anno del Triplete. Giocò al posto di Pandev senza neanche riscaldarsi e si piazzò esterno sinistro: partita incredibile".

Insomma, Cristian salverà il Parma?

"Quando ti ritrovi in un gruppo impelagato per non retrocedere non è mai facile, ma toccherà le corde giuste".