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Il Feyenoord è da rispettare, o si fa la fine del Milan. L'Inter e un trittico cruciale per la stagione
Il vaso di Pandora è stato scoperchiato, ma in questo caso non sono stati sparsi tutti i mali di Zeus.
A sorteggio degli ottavi di Champions League compiuto, è facile a dirsi: l'Inter ha pescato il Feyenoord, la migliore avversaria possibile sulla carta. Certamente rispetto al PSV, mattatore della Juventus. Tra i tanti infortunati e giocatori assenti del club di Rotterdam, che sta per accogliere il nuovo allenatore Robin van Persie dopo i tredici giorni da traghettatore di Pascal Bosschaart. Senza Santiago Gimenez, ormai al Milan, e prima ancora avendo fatto i conti con le cessioni di Wieffer e Geertruida. Oltre all'attuale quarto posto in Eredivisie, con così tanto distacco dai connazionali a parlare per sé.
Meglio evitare di essere superficiali, però. La truppa olandese si è conquistata con due prove di forza la permanenza in Champions, tra l'andata e soprattutto il ritorno a San Siro, contro un vulcano rossonero eruttato dopo appena 40 secondi e proprio per mano del messicano fresco ex della partita. Ha saputo mantenere il sangue freddo e sfruttare il rosso di Theo Hernandez per prendersi l'1-1 e il pass per gli ottavi. Il Milan non si elimina da solo e l'Inter ne sa qualcosa, questa stagione. Ma complessivamente il percorso del Feyenoord su suolo europeo dimostra alti e bassi clamorosi: annichilito il Bayern Monaco (3-0) e rimontato il Manchester City di Guardiola all'Etihad (da 0-3 a 3-3), ma troviamo anche la batosta per 4-0 presa dal Bayer Leverkusen e l'umiliante 6-1 incassato dal Lille.
Morale? Rispettare l'avversario, il suo cammino e la sua storia. Fermo restando la potenza dell'Inter a serbatoio pieno e con una rosa al completo, magari dando un piccolo taglio a quell'aria di supponenza eccessiva trasparsa negli ultimi tempi. In particolare da alcuni giocatori (e smettiamo di mandare al patibolo il solo Mkhitaryan, perché non è stato l'unico ad aver rilasciato certe dichiarazioni).
Al di là di questo, l'Inter ha baciato la dea Fortuna per essere finita anche dal lato meno complicato del tabellone.
Stando a destra, fino all'ipotetica finalissima di Monaco di Baviera del 31 maggio, i nerazzurri non incontreranno nessuna delle temutissime Real Madrid e Liverpool. Lontani i galacticos di un Mbappé letteralmente esploso - a quota 500 tra gol e assist in carriera - e i Reds, primi della classe in Premier League con Momo Salah da numeri spaventosi (29 gol e 20 assist stagionali, per dire). Una manna dal cielo quasi al pari del dribbling secco sul Paris Saint-Germain dal settebello al Brest e con un Dembelé in formato super, che male non fa. Va da sé che, battendo il Feyenoord, l'Inter si ritroverebbe contro la vincente di Bayern Monaco-Bayer Leverkusen ai quarti e, nella peggiore delle ipotesi, il Barcellona in semifinale.
Chiusura in bellezza? Tra ottavi e quarti, con il netto vantaggio di giocarsi il ritorno da dentro-fuori a Milano, a San Siro. In quella che diventerebbe una bolgia nerazzurra, problematica da gestire per molti avversari, Feyenoord compreso. L'obiettivo primario, ad ogni modo, è passare il turno, poi si vedrà.
Senza fare il passo più lungo della gamba, tuttavia, c'è da mandare un segnale bello forte alla stagione e anche alla Serie A. Per tutta la rabbia, l'amarezza e la frustrazione accumulate in questi giorni dal crollo nel Derby d'Italia allo Stadium, con la Juventus. Le critiche non potevano mancare, tra un primo tempo spaziale in confronto a un secondo difficile da interpretare, perché il mancato sorpasso sul Napoli ha pesato tanto e dato a Conte un vantaggio importante verso lo scontro diretto.
A proposito: l'Inter dovrà affrontare un trittico cruciale nell'immediato. Prima viene il Genoa, non dimentichiamolo. Dopodiché arriveranno tre partite critiche tra Lazio (Coppa Italia), Napoli (campionato) e subito l'andata nell'infernale De Kuip contro il Feyenoord in Champions League.
Il momento decisivo della stagione è arrivato, in ballo ci sono tre competizioni: se Inzaghi e l'Inter vorranno mantenere la parola data, dovranno uscire da ciascun incontro vincenti.
E mi raccomando: meno proclami, più fatti.
Chissà dove l'ho sentita...
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