De Siervo: "Minuto di silenzio in Arabia? Bisogna capire il contesto, qui è diverso"
L’amministratore delegato di Lega Serie A, Luigi De Siervo, ha parlato ai microfoni dei cronisti presenti a Riyadh per la Supercoppa italiana. Ecco un estratto delle sue parole raccolte dai colleghi di TMW inviati.
Quinta finale in Arabia Saudita. Si può fare meglio a livello di contratti, di pubblico, di condivisione delle nostre tradizioni pensando al minuto di silenzio?
"Si può migliorare su tutto, in generale. Quanto alle tradizioni mi pare una domanda: Paese che vai, usanze che trovi. È come entrare in una moschea con le scarpe, dobbiamo capire il contesto: non è una mancanza di rispetto verso l'Italia o verso Agroppi, non lo è stata neanche verso Beckenbauer o Riva in passato. Qui c'è una tradizione diversa, la globalizzazione omogeneizzata non è compito della Lega Serie A: quando la Figc ha proposto questa cosa, abbiamo pensato insieme che sarebbe stato più opportuno farne un omaggio vero e proprio, evitando una brutta figura. Per quanto riguarda il pubblico, c'è un tema generalizzato che riguarda il sistema calcio: qui faticano a riempire gli stadi, peraltro entrano a gara in corso di svolgimento.
Da noi è diverso, in realtà nella prima semifinale c'erano comunque 16mila persone, ma sono entrate dopo qualche minuto e ci sorprende. Coinvolgendo influencer dell'area potremmo fare meglio, è una specificità connessa al nostro partner locale, ma negli ultimi anni l'evento è sempre cresciuto negli anni. Visto il livello delle squadre partecipanti, c'è una partecipazione dei tifosi generalizzata e bella. A livello di contratto, stiamo guardando al futuro: quest'area ci vuole e crede nel nostro calcio, per i vertici del pallone saudita la Serie A è il campionato più bello al mondo specie in termini di competitività. Ci viene riconosciuta la capacità di aver creato un campionato aperto in tutte le fasce di punti".
Ritorno in Italia da escludere?
"Non vogliamo escludere l'Italia, potremmo farlo anche per meno soldi. Non è un tema di soldi: si fa una valutazione solo in base a questo, ma il tema è la costruzione di un mercato e di una relazione. Non basta una partita, ma una relazione costante nel tempo: siamo venuti qui 7-8-10 volte in un anno. Qui creiamo academy, aiutiamo le società a sviluppare talenti. Lavorare con realtà importanti come i nostri club, votati alla creazione di talento, è un elemento che a loro interessa: questa interazione, se noi stiamo chiusi nel nostro Paese pensando ai nostri tifosi, che sono la nostra forza, non facciamo una buona gestione della property intellettuale della Serie A nel complesso".