Natalino: "Ora Bove non sottovaluti il problema. Nel calcio di oggi sarei stato utile"
Felice Natalino torna a parlare ai microfoni della Gazzetta dello Sport. L'ex nerazzurro è stato costretto a lasciare il calcio giocato per un problema cardiaco, tema tornato d'attualità in questi giorni con il problema occorso a Edoardo Bove: "Ho lasciato dieci anni fa - ha esordito -. Ho una moglie, una figlia e sono felice. Mi considero molto fortunato. Quando successe a me ero già in ospedale. Non giocavo già da un po’ per via della mancata idoneità. Conoscevo i sintomi, avevo fatto gli esami, ero monitorato. È stato difficile, ma a oggi sono grato a chi si accorse del problema”.
Il suo primo pensiero fu di tornare a giocare?
“Assolutamente no”.
Bove, invece, ha detto che vuole tornare.
“C’è da dire che il mio è stato un caso diverso. Stressare il cuore lo avrebbe ‘rovinato’ ancora di più. Edoardo deve ancora capire cos’ha, ma dovrà rendersi conto di quanto accaduto e non sottovalutarlo. La salute è la cosa più importante. Che consiglio gli do? Di rimanere tranquillo e capire il problema. Poi potrà pensare al futuro. Anche per me fu una mazzata, avevo investito la mia vita sul calcio e all’improvviso mi sono ritrovato fermo. Non è facile”.
L’Inter le è sempre stata vicina.
“In ogni momento, tant’è che ancora oggi dico grazie. Non dimenticherò mai ciò che hanno fatto Ausilio e Moratti. Nel 2012 ero in comproprietà, ma l’Inter riscattò il cartellino mentre ero fermo e loro mi diedero subito l’opportunità di fare l’osservatore. E le dirò di più: hanno mantenuto il mio contratto da calciatore fino alla scadenza, Niente nostalgia? No, anche se nel calcio di oggi sarei stato utile come braccetto. Contro la Lazio, ad esempio, giocai bene tutta la partita, poi Zarate mi ‘frego’ all’ultimo e subimmo gol. Ma ho avuto il privilegio di giocare con Eto’o, Milito e gli eroi del Triplete. Le ripeto: sono fortunato. E lo è anche Edoardo. Sono sicuro che già lo sa”.