Meglio un uovo oggi o una gallina domani? L'Inter dovrebbe iniziare a pensare più a lungo termine
L'Inter è una squadra forte, tanto forte. Lo ha detto giustamente il campo, lo ha ribadito anche l'attuale stagione, al netto dei problemi in difesa che hanno fatto storcere il naso rispetto al passato. C'è però un modo di pensare che non va giù, di quelli che può fare la differenza a lungo termine, quei pensieri che portano a quei fastidiosissimi e noiosissimi: "Ve l'avevo detto".
In un pausa nazionali in cui ancora una volta Federico Dimarco ha dimostrato di poter fare la differenza anche in un contesto europeo, bisogna necessariamente pensare al futuro (e la prestazione di un giocatore messo lì proprio per necessità dovrebbe far riflettere tutti): la cessione in pegno ad Oaktree sembra aver fatto meno rumore del previsto, un passaggio di mano forzato a causa della gestione societaria portata avanti, dall'ex presidente, tanto per provare a campare. Una leggerezza che ha pesato e potrebbe pesare ancora di più.
Sia chiaro, il lavoro di Giuseppe Marotta è stato encomiabile (così come quello di Ausilio), è riuscito a gestire un mercato in cui era complicato anche pensare al breve periodo, in cui i parametri zero sono diventati non solo una salvezza, ma anche un modus operandi che ha contraddistinto ogni operazione nerazzurra. Scelte giuste, nell'immediato, ma ora è bene iniziare a fare i conti con il presente e col futuro.
I risultati sul campo sono soltanto la cartina al tornasole del momento, non un momento in cui sguazzare per analizzare il pallone come si dovrebbe, più ad ampio raggio insomma. Forse in questa lunga pausa delle nazionali (soltanto la seconda), sarebbe meglio riflettere su quanto il futuro può darci: "Meglio un uovo oggi o una gallina domani?". L'Inter dovrebbe iniziare a pensare più a lungo termine, questa è l'unica risposta che mi viene in mente quando si tratta di una società del genere e con un peso specifico assoluto. Il resto son chiacchiere e quelle, come al solito, se le porta via il vento.