
Genoa, come Vieira ha tirato su la squadra
Sei mesi di gestione, 28 punti. Quello di Viera si è trasformato in un collettivo coeso che all’indomani del successo sull’Udinese vanta una media di 1,47 a partita: migliore della stagione 2014/15 targata Gasperini. Il tecnico francese ha recuperato posizioni in classifica, costruito un gioco all’altezza e ricucito il rapporto con i 30mila abbonati del Marassi, piuttosto delusi per l’avvio altalenante e per le cessioni estive di Gudmundsson e Retegui. Sembrava un campionato destinato a finire male, ma l’intuizione di Blasquez ha dato i suoi frutti. Il Genoa è risorto. La bontà del cambiamento apportato da Vieira si è vista sia nei risultati che nella scomparsa dei rossoblù dalle quote sulla retrocessione elaborate dai bookmakers più importanti del mercato italiano. L’attuale posizione di classifica è garanzia di una salvezza acquisita.
Da Gilardino a Vieira, cosa è cambiato
Appena arrivato a Genova, Vieira ha messo subito le cose in chiaro. Maggiore possesso palla, squadra più alta, gioco aggressivo. “Inoltre vorrei più uomini dentro l’area avversaria. Tutte cose che devono migliorare”, aveva dichiarato durante la conferenza stampa d’insediamento del 21 novembre. Una scaletta mentale chiara e precisa. Tutto è cambiato. E tutto è andato come previsto.
In difesa i terzini rossoblù si alzano fino a formare una linea di centrocampo a cinque. Sono in centrali a impostare il gioco. Due tocchi e verticalità. I riferimenti sono Pinamonti in avanti, Zanoli e Thorsby sul fondo. Obiettivo: allargare le maglie avversarie e favorire gli inserimenti delle mezze ali e del sottopunta come Miretti. Malinovsky è diventato il terzo di centrocampo o esterno che taglia al centro.
Zanoli è diventato laterale offensivo. La velocità di Ekhator ed Ekuban adesso spacca le partite dal 45° in poi. E poi sono arrivati i giovanissimi come Masini e Venturino, genoani DOC prima nella vita che sul rettangolo verde del Marassi. Infine tanta continuità, quella che serve per portare a casa anche un solo punto nelle gare più complicate. Quei punti che però muovono la classifica e fanno tanto morale.
Con l’arrivo di Viera è cambiato l’approccio e il rendimento. Dal pareggio casalingo con il Cagliari, gara d’esordio dell’ex Strasburgo, il Grifone ha collezionato 28 punti. Considerando solo le partite del girone di ritorno, il Genoa sarebbe al decimo posto, con quattro vittorie e tre pareggi. Imbattuto negli scontri diretti e più solido in difesa: con 38 reti subite ha fatto meglio della Lazio.
Il mercato voluto dal francese
A gennaio i rossoblù hanno puntellato la rosa con l’arrivo dei vari Hugo Cuenca, Ellertsson e Otoa a titolo definitivo più i prestiti di Onana, Siegrist e Cornet. Un calciomercato di basso profilo che non ha regalato grosse emozioni né tantomeno un nome di spessore per l’attacco genoano. Eppure l’assenza del colpo ad effetto non ha smorzato gli entusiasmi. Il miglior acquisto del club è stato il tecnico francese a novembre, quello che ha invertito la rotta e spostato gli equilibri. Nonostante l’aumento di capitale e l’ingresso di Sucu, il club ha preferito la strada della prudenza. Una scelta che a conti fatti premia la dirigenza e soddisfa la piazza.
La quota salvezza è ad un passo
Quest’anno il Grifone può davvero fare a meno della matematica. All’indomani del successo sull’Udinese, mancano sette partite. Trasferta a Verona e Lazio in casa. Trasferta a Como e Milan in casa. Trasferta a Napoli e Atalanta in casa. Si chiude con il match di Bologna. Un calendario piuttosto complicato, perchè se Verona e Como sono gare abbordabili, Lazio, Milan, Atalanta, Napoli e Bologna restano partite estremamente complesse. Ma la quota salvezza della stagione 2023-24 si è fermata a 36 punti. Il Genoa ne ha già 38. E allora la matematica torna di conforto. Obiettivo centrato. La permanenza in Serie A è cosa fatta. L’attuale distacco sulla terzultima è di 14 punti. Viera può già pensare al futuro. La piazza può già guardare con ottimismo al calciomercato estivo.







