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Antognoni: "Speriamo che questa Under 21 sia il futuro della Nazionale maggiore"
Giancarlo Antognoni, capo delegazione dell'Italia Under 21, presente questo pomeriggio a Mestre (Venezia) nella Biblioteca VEZ, sede della mostra "Sfumature di Azzurro", ha rilasciato alcune dichiarazioni a margine dell'evento. Queste le sue parole raccolte da TMW:
Cos'ha provato a vedere questa mostra sulla storia della Nazionale azzurra?
"Mettere insieme cultura e calcio è importante soprattutto per i ragazzi. Questo binomio è molto positivo. I giovani ricordano il passato tramite telefonini e social, ma vederlo in mostre come questa è tutta un'altra cosa. Venezia, il Sindaco ed il vice-Sindaco hanno fatto una cosa pregevole, non c'è futuro senza passato. Speriamo che questa Nazionale Under 21 sia il futuro della Nazionale maggiore".
Cosa dice ai ragazzi di oggi ricordando le vostre esperienze come quella della vittoria del Mondiale del 1982, della quale ricordiamo a memoria la formazione?
"Pur non partendo protagonisti abbiamo vinto un trofeo così grande che a distanza di tanti anni è ricordato in questo modo, vuol dire aver lasciato qualcosa di concreto. Quando un giocatore arriva in Nazionale per me raggiunge il massimo risultato. Se ricordate ancora la formazione a memoria significa che abbiamo lasciato qualcosa di concreto. I giovani devono innanzitutto divertirsi, la cosa basilare è la passione e sono i sacrifici. Si sacrifica un po' la gioventù, oggi ancor di più dati i tantissimi impegni: non è solo piacevole giocare a calcio".
Cos'ha provato a vedere questa mostra sulla storia della Nazionale azzurra?
"Mettere insieme cultura e calcio è importante soprattutto per i ragazzi. Questo binomio è molto positivo. I giovani ricordano il passato tramite telefonini e social, ma vederlo in mostre come questa è tutta un'altra cosa. Venezia, il Sindaco ed il vice-Sindaco hanno fatto una cosa pregevole, non c'è futuro senza passato. Speriamo che questa Nazionale Under 21 sia il futuro della Nazionale maggiore".
Cosa dice ai ragazzi di oggi ricordando le vostre esperienze come quella della vittoria del Mondiale del 1982, della quale ricordiamo a memoria la formazione?
"Pur non partendo protagonisti abbiamo vinto un trofeo così grande che a distanza di tanti anni è ricordato in questo modo, vuol dire aver lasciato qualcosa di concreto. Quando un giocatore arriva in Nazionale per me raggiunge il massimo risultato. Se ricordate ancora la formazione a memoria significa che abbiamo lasciato qualcosa di concreto. I giovani devono innanzitutto divertirsi, la cosa basilare è la passione e sono i sacrifici. Si sacrifica un po' la gioventù, oggi ancor di più dati i tantissimi impegni: non è solo piacevole giocare a calcio".
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