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Bove: "Con l'Inter nessuna avvisaglia. Tornare al Viola Park mi mise tristezza"TUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
ieri alle 16:15Serie A
di Niccolò Righi

Bove: "Con l'Inter nessuna avvisaglia. Tornare al Viola Park mi mise tristezza"

Edoardo Bove ha raccontato a Gianluca Gazzoli, nel podcast 'Passa dal BSMT', gli istanti prima del malore occorsogli lo scorso 1 dicembre durante Fiorentina-Inter: "Io mi ricordo il primo quarto d'ora e quando ha segnato Lautaro e poi il gol è stato annullato io già sentivo girarmi un po' la testa anche se il cuore lo sentivo battere normalmente. A quel punto mi sono abbassato e quando mi sono rialzato sono andato giù. Non ho mai sentito nulla al petto. Mi sono svegliato all'ospedale senza ricordarmi nulla. Mi hanno detto che in ambulanza ho fatto un bel casino, ero abbastanza indemoniato, ma non ricordo niente. E' incredibile come il nostro cervello scelga cosa ricordarsi o meno".

Sulla Fiorentina.
"I miei compagni hanno vissuto un momento che non si toglieranno più dalla testa. La squadra ha iniziato a perdere le partite ma è normale perché certi episodi ti restano in mente. Ognuno mi ha raccontato ciò che ha vissuto. Quando sono tornato al Viola Park ho provato tanta tristezza perché io volevo essere lì normalmente".

Sul suo percorso.
"Ho capito che il calcio sarebbe stato il mio lavoro alla fine del mio percorso in Primavera. Io l'ho sempre vissuto come divertimento. Forse ho raggiunto certi risultati proprio per la mia spensieratezza. Uno dei giorni più importanti è stato scoprire di far parte della prima squadra della Roma: ho capito di avercela fatta. L'esordio? E' stato sia un traguardo che un punto di partenza".


Sul rapporto con i compagni.
"Mancini, Pellegrini, Cristante e Dybala mi hanno dato tanti consigli all'inizio. Ma penso sia ciò che succede in ogni ambiente lavorativo. Le dinamiche di uno spogliatoio sono molto più semplici di quanto uno pensi. Gli allenatori poi sono stati fondamentali nella mia crescita. De Rossi? Io ho avuto il papà Alberto in Primavera e Daniele in prima squadra. Lui è molto portato per fare l'allenatore e sono convinto che farà una grande carriera".

Sul legame con il caso Astori.
"Il caso mio è stato vissuto da Firenze con una maggiore enfasi e maggiore empatia proprio per quello che era successo a Davide Astori. Tutti hanno rivissuto quei momenti e questo ha dato più potere alla vicenda. Tanti hanno pensato che lui da lassù mi abbia fatto restare qui. Io non ho avuto la fortuna di conoscerlo ma lui nel centro sportivo della Fiorentina è presente ovunque".

Qui per l'intervista completa.