
L'Europa degli altri: Folorunsho, Adli, Zaniolo. Celje vale un pezzo di futuro, ma non basterà
L'Arena Petrol non sarà Broadway - e neanche il Bernabeu - ma vale comunque un quarto europeo. E su questo palcoscenico tre attori che nell'ultimo periodo hanno svolto il ruolo di comparse saranno chiamati a una prova d'autore, Michael Folorunsho, Yacine Adli e Nicolò Zaniolo. In ballo, per tutti e tre, non c'è solo l'obiettivo di squadra - non dichiarato da Raffaele Palladino in conferenza, ma sognato un po' da tutti - ovvero il desiderio di chiudere a due mandate la qualificazione già prima del ritorno in Italia, ma anche una necessità personale. Tre situazioni diverse, la stessa urgenza crescente: dimostrare di poter valere la conferma anche per il prossimo anno.
Casistiche differenze, dicevamo, ma medesima incertezza per quello che verrà. A partire da Michael Folorunsho, quello che tra i tre sembra più sicuro di vestire il viola anche l'anno prossimo. Arrivato a Firenze con la formula del prestito con diritto di riscatto dopo un semestre in naftalina a Napoli, il centrocampista romano era partito a palla, dando un notevole scossone fisico a una squadra che pareva un po' sulle gambe. Poi un problema fisico accusato a Verona e, nel frattempo, un'armonia di squadra trovata col trio Mandragora-Cataldi-Fagioli, ne ha cancellato la centralità nel progetto viola. Settantasei minuti in campo nelle ultime sette, dopo che appena approdato in Fiorentina aveva giocato da titolare cinque delle prime sette. Folo è però uomo, prima che calciatore, che non si lascia abbattere dalle circostanze: si è messo a disposizione del gruppo e dell'allenatore anche in un ruolo che non ha mai fatto, quello dell'esterno a tutta fascia partendo da sinistra. La volontà di dare una mano in qualsiasi modo e in qualsiasi ruolo è piaciuta e non poco a Palladino, che stasera potrebbe schierarlo nella nuova posizione da tornante. Se riuscirà a reinventarsi anche in un'altra chiave, diventando di fatto il coltellino svizzero dei viola, utilizzabile in quasi tutti i ruoli da centrocampo in sù, l'ex Napoli potrebbe accrescere ancor di più le percentuali di permanenza.
Strada ben più in salita per gli altri due: per Yacine Adlì conteranno soprattutto le garanzie fisiche che il centrocampista francese darà in questo scampolo finale di stagione, a partire dalla prestazione di Celje. L'esperienza del "pittore" a Firenze ha subito infatti una brusca sterzata a inizio febbraio, a causa di una distorsione alla caviglia da cui ancora fatica a riprendersi. Anche per lui il piatto piange per quanto riguarda il minutaggio: 15' in campo dal 26 gennaio a ora, giorno della sfida contro la Lazio marchiata da un suo gol. Prima di quel momento era stata la luce della mediana di Palladino. Adli rimane ancora figura centrale per tutto il gruppo, radicato nello spogliatoio nonostante le difficoltà in campo, come abbiamo visto la scorsa settimana, con il rinfresco organizzato a casa sua che ha coinvolto tutti, compagni e staff tecnico. Poi però sopraggiungono le valutazioni societarie e personali di un professionista che, alla soglia dei 25 anni, chiede centralità anche in campo. 13 milioni per il riscatto non son pochi ma anche in questo caso, Celje può cambiare tutto.
E poi c'è Nicolò Zaniolo, "ammirato" in viola in versione ectoplasmatica. 200 minuti e spiccioli da quando è arrivato a Firenze e un'impressione di poca brillantezza fisica che è stata costante. Stasera sarà la sua grande occasione per smuovere lo zero alla voce contributo offensivo (reti e assist), ma probabilmente non basterà neanche un exploit in queste ultime partite per strappare un riscatto: la società dovrebbe versare nelle casse del Galatasaray 15,5 milioni di euro più 2 di bonus, da aggiungere al prestito oneroso di 3,2 milioni pagato a gennaio, in pratica un'operazione da 20,7 milioni, una follia per quello che a oggi sembra l'ombra del vecchio Zaniolo. C'è sempre Celje e una competizione, la Conference, che ha rappresentato il punto più alto della sua carriera, con la rete a Tirana, tre anni fa, che valse il trofeo alla Roma.







