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Iachini ricorda l'esperienza a Firenze: "Ho ancora un gran rapporto con la proprietà"TUTTO mercato WEB
ieri alle 22:40Ex viola
di Redazione FV
per Firenzeviola.it

Iachini ricorda l'esperienza a Firenze: "Ho ancora un gran rapporto con la proprietà"

Beppe Iachini torna a parlare. L'ex allenatore della Fiorentina è stato protagonista di un evento in Sicilia, Palermo Football Conference. Iachini, la cui ultima esperienza in panchina risale all'anno scorso, a Bari, ha ricordato anche i momenti vissuti a Firenze?

L'esperienza alla Fiorentina? "È stata una bellissima esperienza. Al di là di tutto, sono arrivato anche lì subentrando, e non è mai facile. Eravamo al penultimo posto, ma abbiamo intrapreso un bellissimo percorso di lavoro insieme a una grande società, con un grande presidente. Commisso, oltre a essere un grande presidente, è una persona straordinaria a livello umano. Ho avuto un ottimo rapporto con dirigenti preparati come Barone e Pradé. È stata una stagione complicata, segnata dall’esperienza del Covid, che spero non si ripeterà mai più. Dopo un mese e mezzo con una classifica difficile da recuperare, il campionato si è fermato. Abbiamo trascorso due mesi a casa, chiamando quotidianamente i giocatori per farli allenare, perché prima o poi si sarebbe ripreso e dovevamo essere in ottima condizione. Quando siamo tornati in campo, abbiamo affrontato molte difficoltà: diversi giocatori, lo staff tecnico e io stesso siamo stati colpiti dal Covid.

Nonostante tutto, dopo due mesi e mezzo di stop, la squadra ha reagito benissimo: nelle 12-13 partite finali abbiamo avuto una media da zona Europa, valorizzando giocatori come Dušan Vlahović, che all’epoca aveva 18-19 anni, e Federico Chiesa, che ha realizzato il suo record di 11 gol in una stagione prima di essere ceduto dalla società. Abbiamo chiuso il campionato al decimo posto, dopo una grande rimonta, con la miglior difesa del torneo insieme al Milan, che l’anno dopo avrebbe vinto lo scudetto. È stato un percorso bellissimo, tanto che il rapporto con la società è proseguito. Ho un ricordo ottimo di Barone, una persona appassionata che ha sempre voluto bene alla squadra ed è stato vicino al gruppo. Peccato per questa disgrazia. Il presidente, che aveva grande fiducia in lui e lo aveva scelto come direttore generale, non meritava di vivere una tragedia simile. Joe Barone aveva un contatto quotidiano con lui dagli Stati Uniti, e la sua scomparsa è stata un evento terribile. Dopo il dramma di Astori a Firenze, è accaduto di nuovo: un dirigente che viene a mancare in una camera d’albergo, prima di una partita di campionato. Sono notizie tragiche, che lasciano un grande vuoto, ma anche un ricordo bellissimo in tutti coloro che lo hanno conosciuto".

E dopo Firenze ha avuto altre opportunità ad alto livello? Adesso è pronto a tornare?
"Nel calcio ho avuto diverse opportunità, anche dall’estero, ma ho preferito sfruttare questo periodo per aggiornarmi. Ho viaggiato, ho visitato altri allenatori, ho studiato nuove metodologie e seguito corsi in inglese. Sono tutte esperienze utili. Nel frattempo, ho continuato a seguire il nostro campionato, dalla Serie A fino alla Serie B e alle categorie inferiori, per rimanere sempre aggiornato. Andare all’estero e confrontarsi con altre realtà è fondamentale. Nel calcio si parla spesso di “progetto”, ma molte volte non si capisce nemmeno cosa significhi veramente. Alla fine, quello che conta sono i risultati: sono loro a darti credibilità e fiducia nell’ambiente. Avendo spesso assunto ruoli in corsa, so quanto sia difficile subentrare e risolvere le problematiche di una squadra in difficoltà".