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Troppo silenzio e poche certezze, qual è la verità intorno al futuro di Palladino? Se non c'è più fiducia nell'allenatore è necessario avere coraggio e cambiare. Le alternative ci sono, a iniziare da Sarri: convincerlo è possibile
Tre sconfitte di fila fanno male, malissimo. Non tanto per i ko in sé per sé, quanto per quello che abbiamo visto in campo, soprattutto contro Como e Verona. La Fiorentina, dopo le vittorie contro Lazio, Genoa e Inter, si è sciolta come neve al sole e risulta difficile pensare a una, ennesima, rinascita, visto che a differenza di alcune settimane fa la sensazione è che le cose siano cambiate, anche nel rapporto tra Raffaele Palladino e la squadra. La gara contro il Lecce, che darà il via a un tour de force complicatissimo, ha tutta l'aria di essere un esame fondamentale e questa volta è davvero difficile pensare che il risultato e la prestazione non saranno decisivi. Ma facciamo un passo indietro. Nel post gara della sfida contro l'Hellas al Bentegodi è andato un scena un silenzio, da parte di dirigenza e società, davvero assordante. Al momento, al netto delle parole del tecnico e di Cataldi, siamo fermi alle affermazioni del direttore generale Alessandro Ferrari, che nel prepartita aveva messo non poca pressione al tecnico. "La squadra è arrivata a gennaio già buona - ha affermato il dg -, discreta, poi abbiamo messo ulteriore qualità con ragazzi che si sono inseriti benissimo. Ora aspettiamo i risultati". Frasi che pesano, che hanno un significato preciso, ma nei novanta minuti del Bentegodi i risultati non sono arrivati e il silenzio che è arrivato dopo ha un peso importante.
Quele futuro per Palladino?
Oltre al silenzio non è arrivata nessuna decisione in merito al futuro di Palladino, ma se andiamo a ricercare la verità sul pensiero della dirigenza in merito non è sbagliato pensare che nella testa di Pradè e dello stesso Ferrari ci sia quantomeno una riflessione sull'andare avanti o meno con l'attuale allenatore viola. L'ultima parole, lo è sempre stato e sempre lo sarà, è però quella di Commisso che se anche non ha mandato alcun messaggio dagli Stati Uniti, ha dimostrato con i fatti di non voler prendere una decisione definitiva e repentina. Sia chiaro, la storia del patron della Fiorentina è chiara: la volontà è sempre quella di voler dare fiducia ai suoi uomini, e Palladino è uno di questi. Ma quanto durerà la posizione di Commisso? Se dovesse arrivare un'altra sconfitta venerdì contro il Lecce sarebbe davvero complicato non esonerarlo, anche se si sarà a meno di una settimana dall'andata degli ottavi di finale di Conference League contro il Panathinaikos. A prescindere da questo, però, l'aspetto da valutare e di cui parlare è quello della fiducia da parte, soprattutto, dslla dirigenza nei confronti di Palladino.
Le alternative e il "sogno" di Firenze.
La speranza è che la Fioretina riesca a rimettersi in carreggiata e batta il Lecce convincendo, dando il via a un finale di stagione che possa essere simile a quel super momento delle otto vittorie consecutive in Serie A. Togliendo quel filotto magico, però, il dato è impietoso: 18 punti in 18 giornate, con una media da lotta per non retrocedere. Se quest'ultima cosa dovesse proseguire il cambio in panchina sarebbe praticamente necessario ed è normale pensare alle possibili alternative. Il "sogno" di Firenze e dei tifosi e della Fiorentina ha un nome e un cognome ben chiari: Maurizio Sarri. Sarebbe possibile convincere l'ex allenatore di Napoli e Chelsea? La risposta è sì. Come? Presentandogli un progetto e un contratto a medio lungo termine, e facendolo sentire voluto davvero. L'occasione c'è, e se Palladino non dovesse trovare il punto di svolta venerdì sarebbe un peccato non coglierla.
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