ESCLUSIVA TC - RICKY ALBERTOSI: "Il Cagliari ieri mi è piaciuto perché ribatteva colpo su colpo: non si limitava a subire l'iniziativa della Juve. Un pari allo Stadium è un grande risultato. Il mio Juve-Cagliari del '70 valeva lo scudetto..."
Il suo Juventus-Cagliari del 15 marzo 1970 assurse al rango di una delle gare più rappresentative - e più drammatiche - di tutta la storia del calcio italiano. Certamente è stata la sfida più importante della storia del Cagliari, perché di fatto - con un 2-2 rimediato grazie a un calcio di rigore di Gigi Riva nel finale - blindò lo scudetto rossoblù. Quello scudetto infinito e leggendario che la Sardegna, a distanza di cinquantaquattro anni, continua a celebrare. E che lui, Enrico “Ricky” Albertosi - il portiere dei Giganti, la piovra di Pontremoli - accarezza ancora con gli occhi lucidi nei suoi ricordi.
Lo Juve-Cagliari di ieri, molto più prosaico e interlocutorio, ha comunque regalato una soddisfazione ai supporter isolani: il pareggio strappato in extremis lascia in bocca un sapore dolce, simile a quello di una vittoria. Vittoria che, tra l’altro, sarebbe potuta arrivare se il tiro di Obert, stampatosi sul palo in pieno recupero, avesse avuto maggior fortuna.
Ricky, è riuscito a seguire la partita dell’Allianz Stadium?
“L’ho seguita a spezzoni. Devo dire che la Juventus non mi è piaciuta, al contrario del Cagliari. Tra l’altro a un certo punto Luperto e compagni avrebbero anche potuto vincere la partita, dopo essere rimasti in superiorità numerica. In ogni caso, non dimentichiamoci che riuscire a pareggiare a Torino contro la Juventus è un’impresa.”
Nel primo tempo il Cagliari ha subito molto, anche se diverse volte è riuscito a rovesciare il fronte dell’azione.
“La Juve teneva molto la palla e cercava di sfondare sulle corsie laterali, ma il Cagliari si è difeso bene. Tanto che Scuffet ha fatto un paio di buone parate, ma nulla di più.”
Nel secondo tempo poi la Juve ha sfiorato il 2-0 soprattutto con l’occasione clamorosa fallita da Vlahovic.
“Quello è stato il punto di svolta del match. Lì è cambiato tutto. Se i bianconeri avessero raddoppiato sarebbe tutto finito: non ci sarebbe più stato niente da fare.”
Comunque, pur non costruendo molto in fase offensiva il Cagliari ha sempre dato la sensazione di poter rientrare in partita.
“Soprattutto i rossoblù ribattevano colpo su colpo. Non si limitavano a contenere, non subivano e basta. Questo mi ha sorpreso in positivo: gli anni scorsi la squadra subiva molto, soprattutto in trasferta. Quest’anno si gioca la partita fino in fondo, senza mai rinunciare ad attaccare.”
È la mentalità che sta cercando di instillare il nuovo tecnico Nicola, che vuole un Cagliari aggressivo e sempre pronto a far male agli avversari. A suo avviso è la filosofia giusta per disputare, finalmente, un campionato quantomeno tranquillo?
“Se i risultati sono questi direi proprio di sì. Ripeto: andare a pareggiare a Torino contro una Juventus che veniva da una serie virtuosa di diversi risultati positivi è una grande impresa.”
Un po’ come quella che faceste voi nel 1970. Solo che in quel caso in gioco c’era qualcosa di molto più grande…
“Se noi avessimo perso quella famosa partita la Juventus sarebbe prepotentemente tornata in corsa per lo scudetto. Questo lo sapevamo perfettamente, quindi in campo non ci risparmiammo, dando tutto quello che avevamo in corpo. Loro andarono in vantaggio su un rigore dubbio e noi, alla fine, pareggiammo su un rigore altrettanto dubbio.”