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Il Bologna non è riuscito a massimizzare il suo mercato. Anche Sartori può sbagliare
Se qualcuno avesse detto che Giovanni Sartori avrebbe portato Chievo Verona, Atalanta e Bologna in Champions League, sicuramente lo avrebbero preso per un millantatore, nella migliore della ipotesi. Un pazzo, in quella forse più accreditata. Per come erano nate tutte e tre le sue avventure, non c'era spazio per crederci: da una parte come dirigente in serie minori, poi con i nerazzurri che si erano appena salvati l'anno prima con Raja, poi - nonostante le qualificazioni in Europa League e Champions - è dovuto ripartire da un Bologna costretto ad annate anonime. In due anni è passato dalla salvezza alla Champions ma, in confronto a quanto fatto a Bergamo, non ha avuto tempo per mettersi su un certo livello.
Per questo il mercato del Bologna, in quest'estate, non è stato il migliore di quelli di Sartori. Costretto a fare di necessità virtù, a cedere Zirkzee e Calafiori per sostituirli con Dallinga e Casale, finora deludenti. Oppure Pobega a centrocampo, non ancora in grande spolvero. Si potrebbe opinare che anche con l'Atalanta, dopo la prima qualificazione Champions, c'erano stati dei problemi di assestamento. Ma il gruppo era già costruito per durare nel tempo, anche con una o due cessioni di alto livello.
Il Bologna ha avuto tutto e subito, come una delle più belle fiabe. Ora però l'Europa porge il conto semplicemente perché servono anni per cercare di arrivare su un determinato livello e, nonostante tutto, non è pensabile che tutte le ciambelle riescano con il buco. Anche Sartori, alle volte, sbaglia a sostituire i calciatori. Anche se poi i cavalli buoni si vedono solamente all'arrivo, e per il Bologna c'è ancora più di metà campionato (e la speranza di rivoltare la stagione in Europa, anche se non sarà semplice).
Per questo il mercato del Bologna, in quest'estate, non è stato il migliore di quelli di Sartori. Costretto a fare di necessità virtù, a cedere Zirkzee e Calafiori per sostituirli con Dallinga e Casale, finora deludenti. Oppure Pobega a centrocampo, non ancora in grande spolvero. Si potrebbe opinare che anche con l'Atalanta, dopo la prima qualificazione Champions, c'erano stati dei problemi di assestamento. Ma il gruppo era già costruito per durare nel tempo, anche con una o due cessioni di alto livello.
Il Bologna ha avuto tutto e subito, come una delle più belle fiabe. Ora però l'Europa porge il conto semplicemente perché servono anni per cercare di arrivare su un determinato livello e, nonostante tutto, non è pensabile che tutte le ciambelle riescano con il buco. Anche Sartori, alle volte, sbaglia a sostituire i calciatori. Anche se poi i cavalli buoni si vedono solamente all'arrivo, e per il Bologna c'è ancora più di metà campionato (e la speranza di rivoltare la stagione in Europa, anche se non sarà semplice).
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