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Longo vs Possanzini: sfida intrigante, tra idee e curriculum
martedì 10 settembre 2024, 20:00In Primo Piano
di Piervito Perta
per Tuttobari.com

Longo vs Possanzini: sfida intrigante, tra idee e curriculum

Bari-Mantova si avvicina. In questi giorni di analisi dei vari singoli che andranno ad affrontarsi sabato pomeriggio, trova spazio anche questa disamina circa i due tecnici che siederanno in panchina per i pugliesi e per i lombardi. Due uomini con un buon bagaglio esperienziale e dai tatticismi ben precisi.

Moreno Longo lo abbiamo conosciuto meglio in questi tre mesetti di allenatorato biancorosso. I suoi primi sussulti sono stati uno Scudetto e una Supercoppa con il Torino Primavera, per poi avere sempre più possibilità in una carriera sostanzialmente positiva: una salvezza con la Pro Vercelli, una promozione in Serie A con il Frosinone, una salvezza con il Torino, una promozione in B ma anche la retrocessione dalla stessa con l'Alessandria e buoni risultati con il Como. Il basamento della sua tattica è una maniacale cura delle posizioni in campo. Le sue squadre si sono ben distinte per la compattezza, offensiva e difensiva. Inoltre, è abbastanza tangibile nelle idee dell' attuale allenatore barese una certa rapidità, sia nel riaggredire gli avversari una volta persa palla, sia nel dare adito alle manovre d'attacco. La difesa a tre e gli esterni di lunga gamba rappresentano la sua costante modulistica, con poi una sapiente alternanza tra un centrocampo più folto ed un attacco più qualitativo e pericoloso come elemento che mescola le carte. 

La parabola di mister Possanzini, o "Re Davide", come fu soprannominato dai tifosi del Brescia da giocatore, comincia invece con un lungo apprendistato al fianco di Roberto De Zerbi, di cui è stato vice al Palermo, al Foggia, al Benevento, al Sassuolo ed allo Shakhtar Donetsk. L'ex attaccante ritorna poi tra le fila delle Rondinelle, allenando inizialmente la Primavera e poi la prima squadra ad interim, collocandosi tra Pep Clotet e Daniele Gastaldello. L'avventura a Mantova comincia l'estate scorsa; chiamato inizialmente per guidare la squadra in D (come da verdetto sul campo) per poi ritrovarsi a disputare la Lega Pro (complice il fallimento del Pordenone) e vincere il girone A tra lo stupore generale. I dettami che fin qui stanno dando frutti anche in cadetteria (sette punti su dodici possibili) hanno chiara matrice del maestro: difesa a quattro, possesso palla volto ad evitare il pressing avversario, falso nueve come centravanti, interscambiabilità tra gli esterni offensivi, assoluta ritrosia nel spazzare il pallone a favore di una ricerca dell'azione manovrata. 

Non resta che attendere sabato, quando avverrà questo confronto tra nitide e distinte idee, ma prima ancora tra due tecnici che potranno alla lunga recitare un importante ruolo in questo campionato.