Trequartisti, punte, difensori e... Lella: nessuno esente da colpe. E quell'annoso problema dei gol nel finale
L'avvicinamento al Natale che nessuno si aspettava. Il Bari, con le due sconfitte di fila contro Pisa e Sudtirol, ha dovuto incassare battute d'arresto notevoli. Dalla prospettiva di un campionato d'alta quota, ad un'altra - oggi più fondata - di stazionamento negli ultimi posti dei quadri dei playoff, ammesso che questi ultimi vadano a giocarsi. Eppure, la marcia di quattordici risultati utili di fila aveva lasciato presagire ben altro, nonostante i passi falsi non fossero mancati neppure allora, e qualche pareggio di troppo avesse effettivamente aperto dubbi e domande.
Ma cosa sta mancando a questo Bari? Dalla trequarti sofferente (né Falletti né Sibilli stanno giocando agli standard preventivati), all'annosa questione del gol delle punte (Lasagna e Novakovich non sono certo cecchini; Favilli, ieri out, non è mai decollato). Sbandamenti, nelle ultime partite, si stanno evidenziando nelle giocate difensive, mentre al resto sta contribuendo qualche mossa non particolarmente proficua come quella che ha visto preferito Lella, ieri, a discapito di Maita. Un mix, comunque, di considerazioni, e nessun comparto (o singolo) più colpevole di altri. Si vince insieme e si perde insieme. Un leitmotiv della stagione del Bari è la mancanza di stabilità fino al novantesimo, con l'ennesimo gol nel finale accusato da Vicari e compagni. Questa sì una materia ancor più squisitamente collettiva, per una squadra che sembra non avere ancora la maturità sufficiente per competere fino in fondo. Errori chiari da correggere per non dilapidare ulteriormente un tesoretto di fiducia che rischia, amaramente, di rosicchiarsi ancora.