Magalini: "Mercato di alto profilo, ma non potevamo competere con alcune società. Il rigore non dato? Ci siamo fatti sentire, ma ci hanno chiuso la porta in faccia"
Giuseppe Magalini, direttore sportivo dei biancorossi, è intervenuto nella puntata serale di TeleBari. Ecco le sue parole.
Un bilancio sul cammino dei biancorossi: "Noi abbiamo delle responsabilità se abbiamo soltanto dieci punti. È vero che ci sono stati errori altrui, ma non dobbiamo creare degli alibi. Dobbiamo essere più incisivi e cercare di portare più punti possibili a casa, a prescindere dalle situazioni negative. Le otto giornate, inoltre, sono influenzate anche dal mercato. Purtroppo siamo partiti male e rimettersi in carreggiata non è mai semplice".
Sulle operazioni di mercato: "Quest'anno si prospettava un lavoro duro e oneroso. Qui c'erano giocatori che hanno disputato poche partite e che avevano poco mercato. I riflettori vanno soprattutto sulle cessioni che abbiamo fatto, non sempre scontate. Abbiamo ricavato denaro da reinvestire sul mercato in entrata. Anche in virtù di questo il nostro mercato è stato più lungo e si è protratto fino alla fine, non eravamo nelle condizioni di fare un mercato flash. Sedici nuovi arrivati corrispondono al 60-70% completamente nuovo della squadra, abbiamo fatto un lavoro enorme".
Sul suo modo di fare mercato:"Io sono uno che gira molto i campi e ama vedere i giocatori da vicino. Guardiamo bene i mercati confinanti. Ho alcune persone che girano anche per me, ma poi devo osservare personalmente per dare un giudizio definitivo".
Sulla dimensione del Bari: "Siamo convinti di avere una buona squadra, ma la serie B è un'incognita. Bastano due partite fatte male per andare giù e due vittorie per risalire. Sono consapevole che ci sono squadre più forti,con budget fuori mercato per noi e per la categoria. La B è cambiata e di tanto, penalizzando anche le altre formazioni che non hanno le stesse possibilità".
Sull'episodio del mancato rigore in Cremonese-Bari: "Ci siamo fatti sentire con gli organi preposti per avere dei chiarimenti. Le risposte sono sempre quelle. Ci hanno chiuso la porta in faccia. Non ci devono restituire nulla, ma sentire delle rassicurazioni sarebbe stato quantomeno corretto nei nostri confronti. In queste partite abbiamo più episodi che ci hanno penalizzato, ma chiaramente non voglio e non posso pensare che qualcuno ci dia addosso".
Sull'arrivo di Longo a Bari: "Il primo nome quando sono arrivato a Bari era Moreno Longo. Non abbiamo mai lavorato insieme, ma ci siamo sfiorati tante volte. Non è stato semplice portarlo in Puglia. Quando ci siamo seduti al tavolo volevo capire la sua idea di calcio e sono stato convinto in pochi incontri. Lui è arrivato carico e motivatissimo, soprattutto perché Bari per lui ha un significato speciale".
Sui possibili interventi nel mercato di riparazione: "Siamo convinti che questo organico sia completo. Se da qua a gennaio succedono degli imprevisti, come infortuni o qualche dinamica di gioco, saremo ben presenti sul mercato. Però, ad oggi, pensare di intervenire sul mercato direi di no".
Sulla sfida al Catanzaro, sua ex squadra: "Ho vissuto due anni bellissimi a Catanzaro. Per noi è una partita importante, soprattutto in virtù degli ultimi due discussi match. Vorrei arrivassero tre punti perché la classifica ce lo impone e perché ci darebbe un po' di tranquillità. Loro sono una squadra che prende pochi gol e che ha totalizzato otto punti in otto match. Non so il loro attuale stato d'animo e se siano in crisi, ma noi non possiamo badare a queste cose".
Su Di Cesare: "È carico, è un ragazzo che ha voglia di fare. È un collaboratore eccezionale, mi dà una grande mano per quanto riguarda l'area tecnica, essendo molto preparato, ma soprattutto dentro lo spogliatoio. Essendo così legato a Bari coglie l'essenza della squadra e sa comprendere i momenti belli e meno belli".