Avellino, quanti spunti e quanti temi. La vetta però è a -8!
E tutto va, come deve andare. O perlomeno così dicono.
Cantava così Max Pezzali e sembra rispecchiare il momento dell'Avellino, la pertita dell'Avellino. Quella contro il Catania, s'intende, un'altra gara che lascia l'amaro in bocca, un altro match gettato alle ortiche con la sensazione di poter vincere, con la carezza ai tre punti, alla fine non arrivati. L'Avellino impatta 2-2 contro i siciliani senza nove giocatori, alcuni molto importanti, sciupando occasioni e giocando a tratti bene, come l'inizio della partita, a tratti meno bene. Palmiero dice che non si tratta della condizione fisica, Biancolino dice che alla fine l'Avellino andrà in Serie B. Sarà, ma al momento la vetta si allontana a -8 col Benevento che vince a Taranto e mette un mattoncino importante alla sua vetta, almeno tenendo lontano l'Avellino. Patierno fallisce il suo primo calcio di rigore, sullo 0-0 e solo Dio sa quel gol cosa avrebbe potuto dare alla partita. Poi la traversa di Campanile, giovane gettato nella mischia a discapito di Gori e Vano (scelta che ha dato i suoi frutti) e l'occasionissima sulla testa di Liotti che tutti indichiamo come un giocatore di Serie B ma che al triplice fischio deve buttarsi sull'erba per disperarsi.
I lupi sono un po' tutto questo, sono un Redan che comincia dall'inizio tra l'ilarità generale salvo poi giocare un super secondo tempo realizzando una doppietta. A proposito, la speranza è che si sia ritrovato, rilanciato, insomma che cominci almeno a essere un giocatore vero. Avellino-Catania dà ancora diversi temi, diversi sussulti, dà un D'Ausilio non al top della condizione e si vede, dà una squadra che soffre sui piazzati, dà un Palmiero squalificato a Monopoli. Che peccato. Uno dei migliori se non il migliore in campo per la squadra di Biancolino. Martedì il Giugliano in coppa, farà bene, farà male, i soliti discorsi dell'infrasettimanale e dell'impegno da onorare. Ma 8 punti dalla vetta sono tanti, forse troppi, è ancora presto sicuramente ma scoramento e rabbia rischiano di prendere il sopravvento. La Curva Sud intanto ha applaudito e incoraggiato. Ed è forse anche giusto così.