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Venti giorni di "pausa", ora Retegui deve riprendere a correre. Tanti obiettivi da raggiungere
"Non è una sorpresa per me. Lo conoscevo già dai tempi del Tigre e sapevo che aveva tutto per fare bene. Quando è arrivato a Bergamo gli ho scritto: 'Se sei intelligente e segui Gasperini, farai almeno 20 gol'. Sta dimostrando di essere un grande attaccante". Parole e musica di Alejandro Gomez, ovviamente su Mateo Retegui, il bomber pronto a trascinare l'Atalanta verso nuovi orizzonti.
L'italo-argentino si è "inceppato" negli ultimi 20 giorni (solo una rete in 6 partite tra campionato, Champions e nazionale) ma i suoi numeri stagionali sono incredibili, forse al di là delle più rosee aspettative: 11 reti in 12 gare di Serie A, 2 con l'Italia, entrambe segnate a ottobre. Per il definitivo salto di qualità gli manca solo essere decisivo nella massima competizione europea, dove comunque la Dea sta facendo benissimo. Intanto ha già superato i grandi nomi del passato atalantino, come German Denis (che a questo punto della stagione aveva firmato 10 gol nel 2011/12) e Jørgen Leschly Sørensen (10 nel 1949/50). Persino il miglior Inzaghi, nella stagione in cui divenne capocannoniere, era a quota a 8 reti.
Retegui punta al titolo di capocannoniere e la famosa "cura Gasperini" c'entra ma in parte. Il merito è tutto del 25enne di San Fernando, che Roberto Mancini aveva fortemente voluto in azzurro nonostante qualche "mugugno" e che il Genoa - come spesso accade con gli attaccanti di valore - era stato bravo a portare nello Stivale. Luciano Spalletti se lo gode e sa di poter contare su di lui per la fase finale della Nations League il futuro. Non raggiungerà probabilmente i numeri dei big come Haaland e Gyokeres ma una cosa sembra sicura: l'impegno, la determinazione e l'umiltà che finora hanno caratterizzato il suo percorso non cesseranno di esistere e potrebbero fare la differenza da qui a giugno.
L'italo-argentino si è "inceppato" negli ultimi 20 giorni (solo una rete in 6 partite tra campionato, Champions e nazionale) ma i suoi numeri stagionali sono incredibili, forse al di là delle più rosee aspettative: 11 reti in 12 gare di Serie A, 2 con l'Italia, entrambe segnate a ottobre. Per il definitivo salto di qualità gli manca solo essere decisivo nella massima competizione europea, dove comunque la Dea sta facendo benissimo. Intanto ha già superato i grandi nomi del passato atalantino, come German Denis (che a questo punto della stagione aveva firmato 10 gol nel 2011/12) e Jørgen Leschly Sørensen (10 nel 1949/50). Persino il miglior Inzaghi, nella stagione in cui divenne capocannoniere, era a quota a 8 reti.
Retegui punta al titolo di capocannoniere e la famosa "cura Gasperini" c'entra ma in parte. Il merito è tutto del 25enne di San Fernando, che Roberto Mancini aveva fortemente voluto in azzurro nonostante qualche "mugugno" e che il Genoa - come spesso accade con gli attaccanti di valore - era stato bravo a portare nello Stivale. Luciano Spalletti se lo gode e sa di poter contare su di lui per la fase finale della Nations League il futuro. Non raggiungerà probabilmente i numeri dei big come Haaland e Gyokeres ma una cosa sembra sicura: l'impegno, la determinazione e l'umiltà che finora hanno caratterizzato il suo percorso non cesseranno di esistere e potrebbero fare la differenza da qui a giugno.
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