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Le cessioni dei giovani dietro la non necessità di cedere Koopmeiners
L'Atalanta non deve vendere per forza Koopmeiners. Al netto delle zero offerte ricevute in questo momento, i nerazzurri stanno racimolando un discreto tesoretto dalle altre cessioni. Perché se è vero che sono stati investiti 22 milioni per il riscatto di De Ketelaere, 9 per Godfrey e 3 per l'arrivo di Zaniolo, dall'altro lato Sulemana non è stato praticamente pagato - se non pochissimo - grazie alle contropartite Zortea, a titolo definitivo, Piccoli in prestito e Adopo.
Poi c'è Okoli, 14 milioni di euro più bonus. Venduto al Leicester dopo una stagione con un po' di alti e altrettanti bassi al Frosinone, retrocesso. Poi gli undici milioni di Cambiaghi. Nel computo totale sono "solamente" cinque i milioni investiti. Poi c'è la questione Miranchuk - che vorrebbe rimanere - che potrebbe portare altri dodici milioni, portando il saldo addirittura in positivo. La realtà è che l'Atalanta sta mantenendo bene il bilancio grazie al suo settore giovanile, quello snobbato da club padronali (come Lazio o Napoli, incapaci di produrre con regolarità giocatori da cedere per plusvalenze secche), e quindi non ha bisogno di vendere i pesi da 90: come Koopmeiners o Ederson, insomma.
Koopmeiners peraltro non spinge per andarsene. Perché può giocarsi la Champions, più altri vari trofei. Certo, arrivasse un'offerta verrebbe valutata, ma la possibilità, neanche tanto remota, è che non venga presa in considerazione per una questione tecnica e non economica. È una rivoluzione copernicana: per intenderci, se ci fosse un Romero in rosa probabilmente non basterebbero i 55 milioni del Tottenham di qualche stagione fa.
Poi c'è Okoli, 14 milioni di euro più bonus. Venduto al Leicester dopo una stagione con un po' di alti e altrettanti bassi al Frosinone, retrocesso. Poi gli undici milioni di Cambiaghi. Nel computo totale sono "solamente" cinque i milioni investiti. Poi c'è la questione Miranchuk - che vorrebbe rimanere - che potrebbe portare altri dodici milioni, portando il saldo addirittura in positivo. La realtà è che l'Atalanta sta mantenendo bene il bilancio grazie al suo settore giovanile, quello snobbato da club padronali (come Lazio o Napoli, incapaci di produrre con regolarità giocatori da cedere per plusvalenze secche), e quindi non ha bisogno di vendere i pesi da 90: come Koopmeiners o Ederson, insomma.
Koopmeiners peraltro non spinge per andarsene. Perché può giocarsi la Champions, più altri vari trofei. Certo, arrivasse un'offerta verrebbe valutata, ma la possibilità, neanche tanto remota, è che non venga presa in considerazione per una questione tecnica e non economica. È una rivoluzione copernicana: per intenderci, se ci fosse un Romero in rosa probabilmente non basterebbero i 55 milioni del Tottenham di qualche stagione fa.
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